Complice la crisi economica, per la prima volta, in 15 anni, si è arrestata in Italia la crescita demografica con un calo delle nascite. È quanto rileva l’Istat nel rapporto Natalità e fecondità della popolazione residente, diffuso oggi. I dati del 2009 e del 2010, si legge nel rapporto, confermano che è nuovamente in atto una fase di calo delle nascite: se i nati nel 2009 erano stati 568.857, nel 2010 sono scesi a 561.944, circa 15 mila in meno in due anni. La lenta, ma continua, ripresa della natalità, avviatasi a partire dal 1995, anno in cui si è registrato il minimo storico delle nascite (526.064 nati), sembra dunque essersi interrotta. Il calo delle nascite è da attribuirsi alla diminuzione dei nati da genitori entrambi italiani (25 mila in meno in due anni), mentre i nati da almeno un genitore straniero continuano ad aumentare, sebbene con un ritmo più contenuto: in media 5 mila nati in più nel 2009 e nel 2010, un incremento dimezzato rispetto a quello osservato nel 2008. E ancora: i nati da genitori entrambi stranieri sono stati oltre 77 mila nel 2009 e 78 mila nel 2010, poco meno del 14% del totale dei nati. Se a questi si sommano anche i nati da coppie miste, si arriva a quota 102 mila nati da almeno un genitore straniero nel 2009 e 107 mila nel 2010 (rispettivamente il 18% ed il 19% del totale). Considerando la cittadinanza delle madri straniere, al primo posto per numero di figli nati in Italia si trovano le rumene (16.727 nati nel 2009), al secondo le marocchine (14.370), al terzo le albanesi (9.937), al quarto le madri cinesi (poco più di 5 mila nati).

Le donne diventano mamme sempre più tardi

Le donne diventano mamme sempre più tardi. Solo l’11% dei nati, infatti, ha una madre di età inferiore ai 25 anni, una proporzione che scende all’8,3% per le madri italiane. La percentuale di nati da una madre con almeno 40 anni di età è pari al 6,1% per il complesso delle residenti e al 6,7% per le madri italiane. Il dato medio nazionale nasconde, peraltro, significative differenze territoriali: ad esempio, il calendario delle nascite è tradizionalmente anticipato nelle regioni del Mezzogiorno, dove la proporzione di nascite da madri italiane al di sotto dei 25 anni è in media del 12,9% (il 16,6% in Sicilia, il 14% in Campania), mentre le madri con almeno 40 anni sono mediamente il 5%. I casi di particolare “invecchiamento” della struttura per età delle madri italiane si registrano in Sardegna, dove la percentuale dei nati da madri ultraquarantenni raggiunge l’8,5%, e in Liguria (8,0%). Prosegue, infine, la diminuzione delle nascite da madri minorenni, pari a 2.434 nel 2009, un valore inferiore di circa un quarto rispetto a quello registrato nel 1995 (3.142 unità). Considerando solo le madri italiane il valore scende a 1.928 nati (0,4% del totale). Anche questo fenomeno, evidenzia l’Istat, presenta una forte caratterizzazione territoriale: è pressoché trascurabile al Nord, dove in media le nascite da madri italiane minorenni sono lo 0,17% del totale, mentre assume ancora oggi rilievo in alcune regioni del Mezzogiorno (quasi 500 nati in Campania, lo 0,85% dei nati della regione, e 600 in Sicilia, pari all’1,3% dei nati totali).

Per le italiane 1,31 figli in media, doppio per straniere

Il numero medio di figli per donna fa registrare una battuta d’arresto negli ultimi due anni rispetto al lento, ma progressivo, recupero avviatosi dalla metà degli anni ’90 (il 1995 fu l’anno di minimo della fecondità con 1,19 figli per donna). Secondo le stime più recenti le donne residenti in Italia hanno in media 1,41 figli, con valori pari a 1,31 figli per le cittadine italiane e a 2,23 per quelle straniere. Inoltre, sono in continuo aumento le nascite al di fuori del matrimonio: i nati da genitori non coniugati nel 2010 sono oltre 134 mila (il 23,6% a livello medio nazionale). Al Centro-nord, in particolare, i nati da genitori non coniugati sono circa 1 su 4 e arrivano a sfiorare il 30% in molte regioni.

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