"Mamma ho mal di testa": le raccomandazioni dei pediatri per riconoscere e curare le cefalee nei bambini

Il mal di testa è un sintomo molto frequente in età pediatrica, specialmente in età scolare. Alcune statistiche dimostrano che circa il 30% dei bambini hanno mal di testa almeno una volta a settimana e il 6% dei bambini più volte a settimana o addirittura tutti i giorni.

Il mal di testa o cefalea, è un sintomo molto frequente in età pediatrica, specialmente in età scolare. Alcune statistiche dimostrano che circa il 30% dei bambini hanno mal di testa almeno una volta a settimana e il 6% dei bambini più volte a settimana o addirittura tutti i giorni.

È importante riconoscere i differenti tipi di mal di testa – sostiene il Dott. Piero Pavone, Unità Operativa di Pediatria ed Emergenza Pediatrica, Università degli Studi di Catania – per indagare con tempestività sulle possibili cause del malessere e intervenire con prognosi e terapie adeguate. Esistono, infatti, diversi tipi di mal di testa con evoluzione e implicazioni terapeutiche completamente diverse”.

La prima distinzione da fare è quella tra cefalee primarie e cefalee secondarie: le prime sono legate a una predisposizione genetica, mentre nelle seconde il mal di testa è il sintomo di una malattia che deve essere identificato e curato.

Le cefalee primarie costituiscono la maggior parte dei tipi di mal di testa in età pediatrica e si distinguono in: emicrania, con e senza aura; cefalea tensiva; cefalea a grappolo (più rara in età pediatrica).
L’emicrania rappresenta la più frequente cefalea primaria del bambino, almeno fino all’adolescenza. È tipicamente legata ad una predisposizione genetica e può manifestarsi a qualsiasi età. Sintomi di accompagnamento sono il fastidio per la luce (fotofobia), per i rumori (fonofobia) e per gli odori (osmofobia) e, talvolta, nausea, vomito, dolori addominali e pallore. Inoltre, durante l’attacco emicranico il bambino appare particolarmente astenico, a volte sonnolento e può accadere che egli interrompa le sue attività, anche quelle ludiche.
Nella forma di emicrania con aura, molto più rara rispetto alla prima, il mal di testa è preceduto, o accompagnato, da veri e propri sintomi come disturbi della vista, formicolii e riduzione della sensibilità di un arto o di metà del corpo e disturbi del linguaggio.
La cefalea tensiva colpisce per lo più nel periodo adolescenziale. In questo caso il dolore risulta generalmente di intensità medio-lieve, bilaterale e costrittivo, come una morsa, ed è solo eccezionalmente associato a fonofobia, fotofobia e nausea. L’adolescente sembra in grado di proseguire le sue attività.
La cefalea a grappolo è molto rara in età pediatrica e si manifesta con episodi di dolore intenso, della durata di circa 30 minuti, a carico di una regione orbitaria. Spesso si associa a nausea, vomito, fonofobia e fotofobia, lacrimazione intensa, arrossamento congiuntivale, abbassamento della palpebra (ptosi) e ostruzione nasale.

Riguardo le cefalee secondarie, le malattie che possono causarle sono varie e di diversa gravità: rinosinusiti; infezioni delle prime vie aeree (sindromi influenzali, faringiti, riniti); patologie infiammatorie meningo-encefalitiche; tumori cerebrali (comunque piuttosto rari in età pediatrica).

La profilassi della cefalea può essere farmacologica e non farmacologica; igiene del sonno, dieta e sport aiutano nella prevenzione degli attacchi cefalici. Bisogna inoltre ricordare che esistono delle terapie comportamentali e psicologiche che possono aiutare nel trattamento delle patologia. In generale, la risonanza magnetica cerebrale, l’EEG, le indagini oftalmologiche sono pratiche diagnostiche utili per rivelare un evento patologico precoce che può cambiare il significato prognostico del mal di testa e per contribuire, al tempo stesso, ad alleviare l’ansia nei genitori.

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