Il Ministero della Salute ha dichiarato di aver ritirato dal mercato due lotti di latte in polvere per rischio microbiologico da salmonella e Crono...
Buone notizie arrivano dal Ministero della Salute per i genitori dei neonati allattati con latte in polvere. È stata infatti raggiunta l’intesa tra il ministro della Salute Sirchia e le aziende produttrici di latte artificiale, per una riduzione del prezzo del 25% – 35%. Come è noto, moltissime famiglie italiane comprano il latte in polvere all’estero, in quanto l’Italia è il paese europeo dove il latte in polvere costa di più, in media 39 euro al chilogrammo, contro i 10 euro di media dell’Unione Europea.
Dai primi di dicembre sarà quindi possibile trovare nelle farmacie italiane latte artificiale per neonati a prezzi diminuiti in media del 30%. Dopo l’accordo raggiunto ieri sera al ministero, le aziende renderanno noti i nuovi listini nei prossimi giorni.
“La riduzione sarà di circa il 30%” ha puntualizzato il ministro, “ma ogni azienda produttrice abbasserà liberamente il proprio listino“. Il ministro Sirchia ha ricordato inoltre che è pronto il decreto fra il ministero della salute e le attività produttive, che permetterà l’abbattimento dei costi che le aziende produttrici sostengono per tenere bassi i prezzi del latte artificiale negli ospedali e nelle aziende sanitarie locali. In sostanza non ci saranno più campioni gratuiti, diminuiranno i congressi e termineranno le forniture a costo zero per gli ospedali. “Tutte le aziende – ha spiegato il ministro Sirchia – hanno dato la loro disponibilità per la riduzione dei prezzi e sono stati anche già superati i problemi con l’Antitrust“.
“È un passo importante – ha continuato il ministro – ma non è possibile abbassare di più il prezzo perché c’è una distribuzione capillare nel nostro paese che ha dei costi. Inoltre in Italia ci sono vari tipi di latte artificiale e non uno solo, come accade nei supermercati e all’estero. Sui costi incidono poi l’Iva e spese che non possono essere abbattute, quindi, più di tanto“.
Comunque, secondo quanto divulgato da Intesaconsumatori, in Italia non è solo il latte artificiale a costare di più rispetto al resto d’Europa, ma dai pannolini al vestiario, dai farmaci alle visite dei pediatri, tutta la spesa per il bimbo sarebbe più elevata. La ragione dei costi più alti starebbe nella maggior rigidità della domanda. In altre parole, i genitori italiani, non volendo privare di nulla i loro figli, anche a fronte di aumenti immotivati ed esagerati, non rinunciano all’acquisto. E i venditori ne approfittano. Secondo i calcoli di Intesaconsumatori solo nel primo anno di vita la spesa per il bambino è di almeno 4.000 euro.
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