In Irlanda si discute di aborto (ma non sui social)

I cittadini irlandesi sono chiamati a esprimersi il 25 maggio sull'abrogazione della legge che rende illegale l'aborto se non in caso di pericolo di vita della donna. Le piattaforme social intanto hanno bloccato le inserzioni pro e contro aborto per mantenersi imparziali.

Il prossimo 25 maggio si terrà in Irlanda il referendum abrogativo della legge che stabilisce l’illegalità dell’aborto.

La questione dell’aborto è disciplinata infatti da un decreto in vigore dal 1983 e noto come ottavo emendamento, con il quale la vita del feto è equiparata a quella della madre, che non può quindi decidere di interrompere la gravidanza nemmeno nel caso di violenza sessuale o malformazioni e anomalie fetali. Nel 1992, una sentenza della Corte suprema aveva stabilito che si potesse ricorrere all’aborto in caso di pericolo grave per la vita della donna, ma nessuna legge ha confermato tale indicazione fino al 2013, quando è stato approvato un decreto che consente l’interruzione di gravidanza, solo in caso di pericolo di vita per la donna.

Una discussione che si è aperta quando una donna alla 17esima settimana di gravidanza, Savita Halappanavar, è morta per setticemia in seguito al rifiuto dei medici di praticare un aborto d’urgenza nonostante fosse in corso un aborto spontaneo, poiché c’era ancora il battito fetale. Quando il battito si è fermato per la donna ricoverata nel frattempo in terapia intensiva non c’era più nulla da fare.

Una manifestazione pro-aborto in Irlanda. Foto: Getty images

Il 25 maggio i cittadini irlandesi dovranno quindi decidere se abrogare l’ottavo emendamento della Costituzione oppure mantenerlo. Un richiamo in merito alla situazione dell’aborto in Irlanda era arrivato anche dal commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, che raccomandava un maggiore rispetto dei diritti della salute della donna. Attualmente in caso di applicazione dell’aborto la donna e il personale medico a cui si affida rischiano fino a 14 anni di carcere: molte donne decidono quindi di uscire dai confini del Paese per praticare un aborto.

Il primo ministro irlandese Leo Varadkar si è schierato in favore della legalizzazione dell’aborto, insieme al ministro della Salute, e ha annunciato che, in caso di vittoria dei “sì” al quesito sull’abrogazione dell’ottavo emendamento presenterà una proposta di legge in Parlamento per consentire l’aborto entro le 12 settimane di gestazione. Tale limite sarebbe poi esteso in caso di complicanze nella gravidanza e di pericolo per la salute della donna.

La discussione in Irlanda è accesa e le piazze si riempiono ormai da mesi delle manifestazioni dei sostenitori del “sì” e del “no” al quesito del referendum: nel frattempo le principali piattaforme social (Facebook e Youtube ma anche Google) hanno bloccato la pubblicazione di inserzioni pro o contro l’aborto per mantenere una posizione di equità rispetto alle due diverse istanze.

Manifestazione anti-aborto in Irlanda. Foto: Getty images
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