Le chiamano baby mamme e il loro numero è sorprendentemente in aumento. Ragazzine poco più che adolescenti che mettono al mondo bambini, a volte entusiaste, altre volte meno, ma certamente tutte inconsapevoli dei doveri e delle responsabilità che una gravidanza comporta.
Nei giorni scorsi la notizia di due adolescenti diventate mamme in Italia a soli 13 e 14 anni. Infatti, dopo la “baby-mamma” di Laterza, in provincia di Taranto di soli 13 anni, che ha partorito col cesareo lo scorso 21 dicembre all’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, ecco un’altra madre adolescente in Puglia: il 19 dicembre scorso, infatti, una ragazzina ha dato alla luce nel giorno del suo quattordicesimo compleanno un bambino all’ospedale di Monopoli. Poco più grandi i compagni e neo papà.

Anche negli USA è boom di nascite da madri minorenni. Il caso più eclatante è quello di un liceo di Memphis, nel Tennesee, dove solo nel 2010 ci sono state ottantasei gravidanze tra le studentesse, in tutto poco più di cinquecento. Ma è in tutta l’area urbana circostante che la percentuale di ragazze incinte arriva a livelli incredibili, quasi al 30%, mentre il tasso medio delle nascite tra le baby-mamme americane è di circa il 10%.
Sono notizie che hanno una notevole risonanza e che, insieme agli ultimi ed immutati dati sulla contraccezione, devono far riflettere, oltre che a chiedersi quale potrebbe essere la causa.

Queste le parole di una cittadina di Memphis, dove le autorità cittadine e scolastiche si colpevolizzano a vicenda, parlando di strutture fatiscenti e, soprattutto, della mancanza di educazione sessuale. Si parla anche di una forte crescita della povertà, che oggi riguarda anche le famiglie del ceto medio. Colpiti dalle accuse sono anche due noti show statunitensi come “Teen Mom” e “16 and Pregnant”, dedicati proprio alle mamme adolescenti e trasmessi su MTV anche in Italia.

Nell’Unione Europea l’Italia è fra i paesi con il tasso più elevato di gravidanze da parte di adolescenti insieme con Svezia, Inghilterra e Galles. E, a testimonianza di ciò, vi è il ricorso sempre più elevato alla pillola del giorno dopo. Il 55% delle 370.000 confezioni vendute nel nostro Paese sono state infatti acquistate da adolescenti, poco più che bambine, impaurite dal rischio di una gravidanza. Il 27% dei giovanissimi non utilizza mezzi anticoncezionali, soprattutto non fanno uso del profilattico, tant’è che le malattie sessualmente trasmesse sono in continuo aumento in questa fascia d’età.

Tutto ciò, molto probabilmente è dovuto ad un problema enorme di disinformazione, tanto che molto probabilmente la maggioranza di questi ragazzi non ha fatto una scelta consapevole. Sicuramente i giovani oggi hanno piena libertà di disporre del proprio corpo ma non le competenze necessarie per utilizzarlo. Eppure nell’era di internet e del libero accesso dei teen-ager ai nuovi media tutto dovrebbe lasciar presupporre il contrario…

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