Sarebbero quattro le coppie italiane che per prime hanno ottenuto una gravidanza con la fecondazione eterologa, dopo la sentenza dello scorso aprile che ha smontato la Legge 40 nel punto in cui vietava la fecondazione eterologa.

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Una settimana fa una notizia bella e importante: il primo test di gravidanza positivo per una coppia che grazie ad una donazione di gameti ha ottenuto una gravidanza nella propria città, Roma – ha annunciato entusiasta l’avvocato Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni -. L’ho conosciuta, ha voluto condividere con noi questo momento di grande emozione e gioia dopo aver portato avanti insieme per 10 anni una lunga battaglia contro i divieti della legge 40”. Inoltre, ha comunicato che sempre a Roma altre due coppie hanno potuto accedere alla fecondazione eterologa e che i test di gravidanza sono risultati positivi.

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L’associazione Coscioni ha fatto sapere che “la prima gravidanza” della quale è venuta a conoscenza “è di una coppia in cui la donna aveva dovuto sottoporsi a cure con farmaci chemioterapici e quindi è diventata sterile”. Lui 47 anni e lei 44 anni, avevano già preso contatti con un centro per la fertilità in Spagna, ma dopo la cancellazione del divieto di fecondazione eterologa da parte della Consulta, ha deciso di farla in Italia.

Sulla quarta coppia, di Milano, le tecniche sono state applicate dal ginecologo Severino Antinori, che ha dichiarato di avere la conferma di una gravidanza ottenuta con fecondazione eterologa nella clinica Matris. E nel dare il suo annuncio, Antinori ha anche affermato che è pronto un ricorso della sua associazione alla Corte costituzionale contro il divieto di rimborso per l’eterologa e il divieto di applicazione della tecnica ai single. Ma secondo i carabinieri dei Nas, che subito dopo l’annuncio del noto ginecologo hanno effettuato un’ispezione alla clinica milanese, nessuna gravidanza sarebbe stata ottenuta in clinica con questo metodo.

Da parte sua, Antinori ha commentato così l’arrivo dei Nas: “Ho ottenuto una gravidanza da fecondazione eterologa, e c’è la documentazione al riguardo. I Nas non potevano accertare e individuare la gravidanza in oggetto perché sarebbe stata una violazione della privacy della paziente. Che questa gravidanza sia stata ottenuta è un fatto incontrovertibile”.

Attualmente sulla fecondazione eterologa mancano delle Linee guida, non ancora diffuse dal ministero, che secondo Gallo non pone un problema di ordine giuridico. In base a questo assunto è dunque già possibile sottoporsi a fecondazione eterologa in Italia. “I giudici della Consulta – ribadisce la Gallo – sono stati più che chiari evidenziando che non esiste alcun vuoto normativo dopo la caduta del divieto imposto dalla legge 40: i figli dell’eterologa sono figli legittimi della coppia, non hanno rapporti con i donatori di gameti (è quindi garantito l’anonimato) e in più anche sotto il profilo scientifico non ci sono problemi: in Italia siamo all’avanguardia per la tracciabilità dei gameti, grazie all’obbligo di mantenere i dati dei donatori per 30 anni dall’utilizzo. Le linee guida del ministero potranno definire il numero di donazioni per ogni donatore“.

Gli stessi giudici suggeriscono di prendere il modello francese e inglese considerando il numero minimo di donazioni. D’altra parte, neanche nel 2009, quando la Consulta ‘bocciò’ altre parti della legge 40, uscirono linee guida immediate e come allora i centri hanno continuato a lavorare, così possono fare ora – conclude Gallo – La Consulta, con questa sentenza storica, ribadisce che le tutele sono tutte garantite, sia per la coppia che per il futuro bambino”.

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