Un’avventura piuttosto spiacevole quella vissuta dalla beauty influencer Clio Makeup, alias Clio Zammateo, che nei giorni scorsi ha indirizzato un duro sfogo contro la compagnia aerea a cui si è affidata per viaggiare da Milano a New York. Il motivo? Averla invitata a trascorrere la tratta nell’area bar del volo di prima classe per non disturbare i passeggeri a causa del pianto della figlia Grace, di 15 mesi.

Ma andiamo ai fatti. Tre giorni fa la nota youtuber ha affidato a Instagram un post pieno di amarezza in cui raccontava di come, durante il viaggio in classe business partito da Milano e con destinazione New York, sia stata avvicinata da una hostess che l’avrebbe invitata a spostarsi nel corridoio antistante l’area bar a causa delle lamentele di alcuni passeggeri per il pianto della figlia. Stando alle parole di Clio, Grace si sarebbe lamentata solo pochi minuti nel tentativo di addormentarsi.

Dopo il decollo io cerco di intrattenere Grace al meglio, sperando che a poco a poco le venga voglia di farsi un sonnellino […] lei, per qualche minuto prima di lasciarsi andare, si fa scappare qualche gridolino e un po’ di pianto, che andava lentamente a scemare. A questo punto una hostess, a suo dire responsabile del servizio in cabina, si avvicina e gentilmente mi “invita” a spostarmi con Grace dal nostro posto al retro dell’aereo, ancora più in fondo, fuori dalla cabina passeggeri, nell’area bar/bagni, dato che qualche passeggero si era lamentato del pianto di Grace.

Proseguendo nel racconto Clio spiega di essersi sentita umiliata e a disagio tanto da trascorrere le restanti 8 ore di viaggio su una panca della zona bar/bagni cercando di far addormentare Grace nella paura che, svegliandosi, potesse causare ulteriori lamentele in cabina.

Al risveglio di Grace siamo tornati ai nostri posti per terminare il volo, con tanta tristezza e amarezza dentro: viaggiare con un bambino è difficile ma situazioni come questa lo rendono quasi una missione impossibile. I bambini hanno diritto di viaggiare come gli altri, altrimenti necessariamente si cade in situazioni umilianti e discriminatorie.

Sono stati molti i messaggi di solidarietà indirizzati a Clio in seguito alla vicenda, soprattutto da parte di madri che, viaggiando con bambini, si sono trovate nella stessa difficile situazione di doverli gestire senza recare disturbo a passeggeri spesso poco tolleranti.

Vi capisco così bene ragazzi – scrive @biam_makeup sotto il post di Instagram – ho subìto un trattamento simile in treno e al ristorante. Il mio bimbo che ora ha 2 anni non è mai stato un frignone, in quelle occasioni ha piagnucolato una manciata di secondi. Le persone non hanno cuore, pazienza e umanità”.

Non sono però mancate polemiche da parte di chi ha sostenuto che un passeggero che ha pagato un biglietto salato per un viaggio in prima classe ha diritto al silenzio e alla tranquillità e che la hostess si è limitata a fare il suo lavoro.

“Mi dispiace Clio ma in questo caso non ti appoggio –  scrive l’utente @ludovicss89 tra i commenti al post su Instagram – è davvero pesante stare tutte quelle ore in aereo e sentir piangere un bambino. Ma anche per un bambino 8 ore di volo non sono facili. Non vi obbliga nessuno a viaggiare”. 

Le reazioni sono state le più svariate, da “Quindi tutte le famiglie con bimbi piccoli non possono spostarsi più? Allora le compagnie aeree mettessero un limite di età” fino al “Quando il pianto e i versetti sono del tuo bambino puoi avere una percezione un po’ diversa del fastidio che può dare agli altri”. Nessuna replica al momento dai canali ufficiali della compagnia aerea.

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