Diminuisce di oltre il 5% in un anno il numero degli aborti volontari in Italia e, per la prima volta, scende sotto quota 100.000. Nello specifico, sono state denunciate dalle Regioni 97.535 Interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg), con un decremento del 5,1% rispetto al dato definitivo del 2013 (105.760 casi), più che dimezzate rispetto alle 234.801 del 1982, anno in cui si è rilevato il valore più alto in Italia.

È ciò che emerge dalla Relazione sull’attuazione della legge 194 del 1978 inviata dal Ministero della Salute al Parlamento, in cui vengono presentati i dati definitivi del 2013 e quelli preliminari per il 2014.

Per quanto riguarda il 2013, si conferma la stabilizzazione del contributo percentuale delle donne straniere, pari al 34% delle IVG, con un tasso di abortività del 19 per 1000, pari a una tendenza tre volte maggiore di quelle italiane, in generale, e quattro volte per le più giovani.

Fra le minorenni il tasso di abortività è del 4.1 per 1.000 (era 4.4 nel 2012), uno dei valori più bassi rispetto agli altri paesi occidentali. Resta costante, e la più bassa a livello internazionale, la percentuale di aborti ripetuti: il 26.8% delle IVG viene effettuata da donne con una precedente esperienza abortiva.
È stato registrato un incremento dell’uso della pillola abortiva Ru486. Il farmaco è stato infatti impiegato nel 9,7% (in totale 8.114 casi) di tutte le Ivg nel 2013, in tutte le Regioni tranne le Marche. L’aborto farmacologico era stato usato nel 2010 in 3.836 casi (3,3% del totale) e in 7.432 casi nel 2011 (6,7%).

Riguardo l’esercizio dell’obiezione di coscienza e l’accesso ai servizi IVG, si conferma quanto già osservato su base regionale e, per la prima volta, per quanto riguarda i carichi di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore, anche su base sub-regionale: non emergono criticità nei servizi di IVG. In particolare, emerge che le IVG vengono effettuate nel 60% delle strutture disponibili, con una copertura soddisfacente, tranne che in due regioni molto piccole.

Infine, considerando le IVG settimanali a carico di ciascun ginecologo non obiettore, e considerando 44 settimane lavorative in un anno, a livello nazionale ogni non obiettore ne effettua 1.6 a settimana, un valore medio fra un minimo di 0.5 della Sardegna a un massimo delle 4.7 del Molise.

Il numero di non obiettori risulta quindi congruo, anche a livello sub-regionale, rispetto alle IVG effettuate, e non dovrebbe creare problemi nel soddisfare la domanda di IVG.

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