Una donna di 28 anni, di Torino, è in attesa di un bambino, grazie all’autotrapianto di tessuto ovarico, congelato nel 2003 e reimpiantato lo scorso anno. È il primo caso in Italia ed il quindicesimo al mondo.

La donna, a causa di una forma di talassemia nel 2003, quando aveva cioè vent’anni, aveva subito un trapianto di cellule staminali emopoietiche cordonali e midollari dalla sorellina di 2 anni. Un intervento, effettuato presso il Centro trapianti di cellule staminali e terapia cellulare dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino coordinato dalla dottoressa Franca Fagioli, reso necessario dal fatto che la malattia non rispondeva più alle terapie tradizionali con il rischio di conseguenze estreme.

I trapianti di cellule emopoietiche rendono, però, sterili le bambine e le adolescenti che vi si sottopongono. Perciò, nel 2001, per opera del professor Enrico Madon, scomparso lo scorso 27 agosto e del professor Marco Massobrio era nato il programma “Fertisave”: prelievo di tessuto di ovaie e congelamento (“crioconservazione”) dello stesso presso il laboratorio “Fiver” dell’ospedale Sant’Anna di Torino con l’obiettivo di poterlo utilizzare più avanti in una situazione favorevole.

Per la donna di 28 anni che, dopo il trapianto, aveva raggiunto una condizione di menopausa precoce quella “situazione favorevole” è arrivata nella primavera del 2010, quando è stata finalmente considerata fuori pericolo. A quel punto la donna ha chiesto di poter utilizzare il tessuto ovarico precedentemente crioconservato: due interventi chirurgici laparoscopici le hanno reimpiantato i frammenti prelevati otto anni prima e, nel giro di due mesi, le hanno consentito di ripresentare cicli mestruali spontanei. Nella primavera di quest’anno la donna è rimasta incinta e ha attualmente superato il terzo mese di gravidanza.

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