Anonimo

chiede:

Buongiorno, mi chiamo Sabrina, ho 38 anni e sono alla 28^ settimana di
gravidanza. È una gravidanza voluta e in piena salute, se non fosse per le
notti in bianco a causa dei pensieri e della continua domanda che mi faccio
da mesi e che è la seguente: cosa devo fare con mia madre? L’ho vista per la
prima volta quando ne avevo 18, ci ha lasciati, me, mio padre e i miei altri 3
fratelli quando io ne avevo 2, mia sorella 6, mio fratello 3 e l’altro 1. Ci
siamo riviste grazie a mia sorella che l’ha cercata e fatta incontrare con
noi, non le racconto la tensione, l’imbarazzo e la curiosità. Ci siamo viste un
paio di volte negli anni successivi, e poi più niente, in questi incontri non
abbiamo mai parlato di quello che è stato, e io presa forse dal troppo
imbarazzo, non sapevo mai cosa dire, ho preferito lasciare perdere. Fino a 6
anni fa, quando ricevo una telefonata da mia sorella, che mi dice che nostra
madre, mia mamma mi viene ancora difficile dirlo, è in pericolo di vita ed ha
bisogno che qualcuno di noi vada in Svizzera, è la che vive, per vedere cosa è
successo e per aiutare la mia sorellastra che aveva solo 16 anni. Così mi
precipito in Svizzera con il solo pensiero che mi rendevo conto che avrei
rischiato di perdere mia madre senza nemmeno averla conosciuta e senza aver
ascoltato la sua versione dei fatti, ma solo quella di mio padre e di mia
nonna, che non mi parlavano bene di lei. Quando sono arrivata era in coma, ho
visto di mia sorella e me ne sono tornata in Italia, per sistemare un po’ di
cose, e di nuovo in Svizzera. Intanto lei era cosciente e si riprendeva
piuttosto in fretta, fino a quando un giorno, mi dice: “Sabrina perdonami, ti
amo”. Da quel momento ho lasciato andare tutte le mie domande, dubbi, l’ho
accettata così com’era, mi dicevo che se non avevo avuto una madre fino a quel
giorno, era giusto che me la godessi d’ora in avanti, e così ho fatto. Però era
lei ogni volta che andavo in Svizzera o che lei veniva da me, a raccontarmi
di come sono andate le cose, se stavamo insieme una settimana, lei ogni sera
tirava fuori il discorso, a me ha fatto piacere sapere da lei tante cose, ma
ogni sera era troppo. Sapevo che questo suo era un modo per chiedermi
scusa, così le ho detto “non mi interessa di come sono andate le cose, oggi ho
deciso di stare a vedere che persona sei ed accettarti per quello che sei
oggi, non rifiutarti per quello che sei stata”. Comunque, quando lei mi
raccontava del passato, mi raccontava sempre di cosa avevano fatto di male
mio padre e mia nonna, dava la colpa a mio padre se rimaneva incinta, a mia
nonna se litigavano, e se ha iniziato a fumare, non l’ho mai sentita dire “è
colpa anche mia”!
Adesso non so se è perchè aspetto un bimbo, ma non la penso più come una
volta, ho saputo da un mese che uno di noi non è figlio di mio padre, e lei me
lo ha confermato, mi ha detto che ha cercato, quando era incinta di abortire, e
poi a sei mesi lo ha perso. Insomma, dalle cose che mi dice, capisco che non se
ne è andata solo per colpa di mio padre, ma anche perchè non voleva noi, e io
non so più se mantenere i rapporti con lei oppure no, per tutto quello che ha
fatto e per le colpe che dà a tutti tranne che a se, NO! E poi inizio a
pensare che forse c’è qualcosa che io non so, o che erano altri tempi, o che
se non ci sei non sai, allora dico di SI. Vedo tutte e due le facce della
medaglia e non so cosa fare, per il momento ci penso continuamente, mantenere
solo un rapporto distaccato, come dicono i miei amici, non ne sono
capace, parlare con lei mi urta perchè io so di avere un problema con lei, ma
non posso parlargliene fino a quando non ho le idee chiare. So già che mi
dirà hai ragione, è anche colpa mia, hai ragione non vi volevo però non hai
detto che mi prendevi così com’ero? Io cosa le rispondo? E a me sopratutto
cosa mi rispondo?
So di aver scritto un poema, ma volevo che fosse tutto chiaro, perchè si
potesse fare un’idea, spero di esserlo stata, so che non mi dirà lei che cosa
devo fare, ma spero che mi possa chiarire le idee, non so cosa fare e cosa
pensare. Grazie per la risposta, cari saluti.

Cara Sabrina,
purtroppo riesco a rispondere solo ora alla sua mail ed immagino che il/la
sua bambina sarà già nato/a!!!
Spero che tutto sia andato per il meglio e mi chiedo se ci siano state delle
evoluzioni nella relazione con sua madre. Spero di sì, perché se il periodo
della gravidanza è un momento di fragilità, lo è anche il primo anno di vita
con il proprio bambino.
Sua madre, probabilmente, cerca in tutti i modi di riavvicinarsi a lei, con
livelli diversi di consapevolezza ed una sua personale visione di quanto
successo: nel tentativo di farsi accettare e di liberarsi almeno in parte
dei suoi sensi di colpa, può anche scaricare su di lei, pensieri, emozioni,
sue versioni… caricandola tantissimo di situazioni che lei ha solo subito.
Non è forse, questo il momento: è stata bravissima a darle dei limiti ed è
importante che dica chiaramente a sua madre che non vuole e non può in
questo momento “farle da mamma”. Ora è finalmente giunto il suo turno.
Quindi, sta a lei, se se la sente, e quanto se la sente, chiedere
informazioni su quanto è successo, sentire la versione di sua mamma, ma
lasciandosi il tempo per vivere il suo rapporto con il suo bambino (che è
già colmo di emozioni) e di crearsi una SUA versione dei fatti.
Sono sicura che anche grazie a questa nascita e al nuovo ruolo di mamma,
potrà vedere con occhi diversi il rapporto con questa donna e, con il tempo,
riuscire ad accettare l’amore che ora, in questo momento e in questa
situazione, è in grado di offrirle.
Tanti auguri,

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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