Anonimo

chiede:

Il giorno 15/05 ho avuto un rapporto non protetto (si era sfilato
il
preservativo) e dopo 20 ore ho preso la pillola del giorno dopo. il giorno
27/05 (il giorno esatto in cui mi sarebbero dovute arrivare) ho avuto le
mestruazioni (o almeno presunte tali) ma di entità leggera e durate solo 3
giorni (di solito la durata è di 5-6 gg), dopo dei quali mi aspettavo
l’arrivo di un flusso più abbondante che non è mai arrivatoma pensavo che
questo dipendesse dall’aver assunto la pdgd. Facendo una ricerca in
internet
ho scoperto che la pdgd provoca delle mestruaz più abbondanti ed ho
iniziato
a preoccuparmi. il giorno 6 giugno ho effettuato un test di gravidanza
preso
in farmacia risultato positivo, ho chiamato il ginecologo che mi ha
risposto seccamente che la pillola del giorno dopo non fallisce mai e
neppure il test di gravidanza e che ero sicuramente in cinta, magari
dovuta
ad un altro rapporto (ma io non ho avuto altri rapporti nè la settimana
precedente nè la seguente). Mi sono rivolta al mio medico generale e mi ha
detto di provare a fare le analisi del sangue, e che queste non
falliscono,
quindi oggi 08/06 ho effettuato il prelievo ma i risultati arriveranno il
13/06. le mie domande sono le seguenti: il test di gravidanza può
sbagliare?
(risultare positivo invece di negativo?) Non si potrebbero accelerare i
tempi per avere dei risultati se una persona non è sicura di voler
proseguire la gravidanza? ho scoperto che se volessi abortire devo
ottenere
il certificato del medico e attendere altri 7 giorni e poi c’è una lista
di
attesa: ma anche se la legge prevede tale possibilità entro 90 gg, non è
detto che una donna voglia aspettare l’ultimo giorno, anzi penso che prima
è
meglio è; ed ultima domanda: in Italia non è possibile l’aborto medico, ma
se una persona lo ritenesse la forma più idonea alla propria sensibilità a
chi si deve rivolgere? Vi ringrazio

Gentile signorina,
la pillola del giorno dopo, purtroppo, non ha una sicurezza del 100% e
quindi non si può escludere un concepimento (a parte l’esame sul sangue, può
comunque ripetere un test rapido sulle urine). Le procedure per accedere
all’interruzione volontaria di gravidanza sono codificate dalla legge
194/78, che prevede il “periodo di riflessione” dei sette giorni, oltre il
quale si può procedere, previa certificazione del medico, all’intervento
chirurgico presso le strutture autorizzate (alcune con tempi di attesa
decisamente accettabili). L’uso di farmaci inducenti l’aborto non è legale
in Italia, però essi vengono usati, per esempio, in Francia. Cordiali saluti
ed auguri.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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