Anonimo

chiede:

Salve, sono stata proprio oggi dal pediatra per far visitare mio figlio di
3 anni, come consigliatomi dalla pediatra del pronto soccorso 2 giorni fa,
perché mio figlio ha avuto un incidente cadendo da un tavolino da gioco
per bambini (alto 45 centimetri) tagliandosi il labbro superiore e perdendo un incisivo. Il bambino è molto attivo, soprattutto
motoriamente, facendo addirittura arrabbiare il pediatra che oggi, come
dicevo, lo ha visitato. Ho riferito al pediatra che anche all’asilo il
bimbo è molto vivace provocando lamentele delle maestre ma, sempre a dire
delle maestre, il bimbo non è cattivo da infastidire gli altri suoi
coetanei ma semplicemente non ascolta ciò che gli viene detto, tira gli
oggetti benché più volte ripreso, non è interessato alle attività
svolte in classe (come ad esempio giocare con la pasta di sale o
disegnare) come potrebbero essere interessati gli altri bimbi. Nell’udire
tali cose il pediatra ci ha allarmati dicendo che il bimbo è oppositivo e
che ci è sfuggito di mano, liquidandomi dicendomi di rivolgermi ad uno
psicologo per un aiuto. Vorrei un suo parere, anche perchè non ci sembra di
essere genitori permissivi e distratti, anzi siamo molto attenti ai
bisogni e comportamenti di nostro figlio.
Con la speranza di avere qualche consiglio, le porgo i miei più cordiali
saluti.

Dott. Ciro Gallone

risponde:

Gentile signora, non sono uno psicologo infantile e quindi delego certe diagnosi ad esperti del settore che sapranno sicuramente essere più precisi di me nel formularle. Ed è sicuramente vero che il pediatra di suo figlio probabilmente lo conosce meglio di me, dunque mi attengo a ciò che mi ha scritto.
Tuttavia, da una prima osservazione e alla luce della mia esperienza posso dirle che un bambino oppositivo non è necessariamente sempre patologico. Da quanto lei mi riferisce, suo figlio non è autolesionista, non si fa del male, né fa male agli altri bambini, e quindi potrebbe essere sì un problema comportamentale, ma non tale da richiedere l’intervento di uno psicologo.
le suggerirei innanzitutto di indagare sul suo comportamento e quello di suo marito. Tendete ad assecondare sempre e comunque il bambino? Vi riconosce come figure autorevoli e quindi degne di riferimento in caso di bisogno? A casa come si comporta?
Le dico sinceramente che un problema comportamentale di solito va a scavare in radici familiari, ma non mi sembra affatto il suo caso, anzi, da come lei stessa scrive, siete genitori attenti e premurosi con vostro figlio.
Le suggerirei di andare a indagare ulteriormente sul comportamento a scuola, confrontandolo col comportamento a casa.
Se riscontra altri deficit, ossia incapacità di concentrarsi su un compito per un po’ di tempo, disattenzione totale alle vostre raccomandazioni, passaggio ossessivo da un gioco all’altro, allora una consulenza psicologica (che mi raccomando sia familiare, ossia a 360 gradi per confrontarsi reciprocamente) sarà da considerare.
Se invece non riscontra altri atteggiamenti preoccupanti, suggerirei innanzitutto di lavorare sulla disciplina (che attenzione, per me non è intesa come punizioni e lotte intestine, ma graduale adattamento alle regole del piccolo) e solo in un secondo momento considerare il ricorso ad uno psicologo.
Tentar non nuoce!
Cordiali saluti

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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