Lucia

chiede:

Buonasera,
ho 22 anni, sono mamma di un bambino di 3 anni e 7 mesi, in attesa del secondo bimbo (21 settimane) con ultima mestruazione il 19 agosto.
Al terzo mese di gravidanza ho avuto un grosso distacco di placenta con ematoma retroplacentare, la ginecologa mi ha sempre detto che nonostante il poco spazio a disposizione il bambino non soffriva di questa cosa e che cresceva bene nonostante tutto.
Nel corso del miglioramento del distacco ho avuto una grossa emorragia, mi hanno ricoverata due giorni e sono uscita senza più macchie, tranquillizzandomi sul fatto che tutto il sangue perso era l’ematoma che avevo internamente. Controlli settimanali per tenere monitorato il distacco.
La ginecologa mi ridata la gravidanza scalando una settimana quindi con concepimento 7 giorni più tardi. Oggi ho fatto la morfologica con seguenti misure: Diametro biparietale: 47mm, Circonferenza cefalica: 180mm, Circonferenza addominale: 140 mm, Lunghezza femore: 26 mm, Peso stimabile: 317gr.
Dice che il bambino sta bene e che non ci sono malformazioni strutturali, ma secondo lei sarebbe il caso che facessi un test non invasivo, quindi con un campione di sangue per accertarsi che non ci siano malformazioni cromosomiche, tutto ciò perché il bambino cresce più piccolo.
Mi ha messo addosso il terrore che il mio bambino possa essere affetto da sindrome di down, ma il rallentamento della sua crescita non può essere dovuto da questo grande distacco di placenta che tuttora c’è e che è presente fin dall’inizio?
Anche il mio primo figlio ha avuto problemi di crescita risolti poi al 7 mese di gravidanza.
Grazie mille e scusatemi per il poema, ma la preoccupazione è tanta!!

Gentile Lucia,
è difficile esprimere un parere senza esaminarla in prima persona. Tenga presente che l’unico esame che “accerti” che non ci siano anomalie cromosomiche è tuttora l’amniocentesi oppure la villocentesi, e cioè un esame invasivo. Quindi anche il test sul DNA libero fetale su sangue materno, a tutt’oggi, anche se molto sensibile, non può considerarsi un test diagnostico.
Anche un feto con un accrescimento perfettamente in accordo con le curve attese, così come uno che non cresce come ci si aspetta, conserva un suo rischio intrinseco di avere un’anomalia cromosomica seppur con un rischio più basso.
In buona sostanza, se l’accrescimento non sembra ottimale, non è detto che debba esserci per forza un problema, come del resto lei ha già sperimentato nella sua precedente gravidanza. Si tratta quindi di segni che genericamente possono accrescere questo rischio, ma non fanno diagnosi.
Ora sta a lei scegliere per quali esami optare in base a questo presunto aumento di rischio. Si tratta di scelte, in base anche alle sue aspettative, alla possibilità di spendere dei soldi, e in base alla esigenza di avere una diagnosi certa oppure un test che si esprima solo in termini di rischio alto o basso.
Spero di non averle confuso le idee, ma ci tengo a precisare che l’obbligo del counselling spetta allo specialista cui lei si rivolge e che la esamina in prima persona.
Cordiali saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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