Anonimo

chiede:

Mi chiamo Salvatore, vivo in provincia di Bari, ho 34 anni, sono un piccolo imprenditore, sposato con D. da otto anni e vorrei raccontarle quello che è accaduto a noi circa 7 anni fa.
Il 26.06.1996 nasce Marco, un tesoro di bambino al quale io e mia moglie stiamo dedicando tutta la ns. vita. Marco è nato con alcune gravi malformazioni (labiopalatoschisi sinistra, agenesia del 2° metacarpo sinistro e incompleta formazione del 2° metacarpo destro con agenesia del 3° e 4° dito ad entrambe le mani, sindattilia del 4° e 5° dito mano destra, inflessione 4° dito mano sinistra, mentre ai piedi incompleta formazione del 2° metacarpo a destra e agenesia del 2° e 3° dito ad entrambe i piedi). Questa sindrome è chiamata EEC (ectrodattilia,ectodermici displasia, clift lip).
Marco è in cura presso l’ospedale Bambino Gesù di Roma e presso l’ospedale Civile di Legnano (MI).
Le malformazioni di Marco non sono mai state rilevate durante il periodo gestazionale a causa di una “grave negligenza e imperizia” da parte del ginecologo che ha seguito mia moglie.
Come le raccontavo nel mese di ottobre 1995 abbiamo la lieta notizia, così come tutti ci rivolgiamo da un ginecologo il quale dopo alcune sedute evidenzia la presenza di una cisti di circa 3 cm.
Spaventati dalla notizia dopo circa una settimana ci rivolgiamo da un altro ginecologo “più bravo e più famoso” di Bari, un professore Universitario, primario, con studio al centro di Bari, insomma un luminare, il quale dopo la prima visita nel DICEMBRE del 1995 completa di Ecografia, dissipa ogni nostra preoccupazione precedente dicendoci che il suo collega aveva scambiato il corpo luteo per una cisti.
Convinti della sua “Professionalità e serietà” ed essendo la nostra prima esperienza, decidiamo di continuare le visite da lui anche se abbastanza costose (una visita con ecografia circa £.400.000 delle vecchie lire), anche consapevoli che la prassi di questo “professorone” è una visita con ecografia al mese in modo tale da tenere sempre sotto controllo la gestante e il bimbo che porta in grembo.
Nel mese di Febbraio al 5° mese di gravidanza con precisione il 23.02.1996 durante l’ecografia, l’ecografista, non riuscendo a vedere il profilo del bambino, ci comunicava che era necessario ripetere l’esame in quanto non riusciva a vedere il profilo del bambino.
Quello che successe in quel momento fu terribile.
Nel ripetere l’ecografia, lo stesso lavorando qualche minuto in più del solito, ci rassicurò che tutto andava bene, anzi benissimo, e che era addirittura riuscito a vedere il sesso, era un bel maschietto e lasciava la parola al professore.
Nell’attesa della visita dal “professore” comunque i nostri commenti erano particolarmente provati, si pensava a tutto, ma avendo piena fiducia nel “professore” lasciammo larga sentenza a lui, che infatti dissipò anche questa nostra paura con molta professionalità.
Nello stesso contesto consigliò a mia moglie una cura di insulina da fare in una clinica da lui consigliata, perché rilevò dalle analisi un lieve diabete gestazionale.
Questa cura comportò ricoveri continui fino all’ottavo mese.
I timori dell’ecografia del 5° mese erano ormai archiviati, le ecografie del 6°-7°-8°-9° mese non evidenziavano nulla di fatto, il bambino cresceva sano secondo loro e noi non aspettavamo altro che la nascita di nostro figlio.
Il 26.06.1996 giorno della nascita di Marco il “professore” decide di eseguire il parto cesareo, anche se mia moglie facendosi visitare da un’ostetrica di fiducia era nelle condizioni di poter eseguire un parto naturale. Dopo abbiamo capito anche il perché del cesareo.
Nell’attesa guardavo con attenzione le reazioni che gli altri papà (felici) avevano quando appena nati guardavano per la prima volta i loro figli, e cercavo di capire quali fossero le emozioni che si provano in quel momento.
Dopo un’ora di attesa sentì qualcosa dentro di me che non stava andando per il verso giusto, infatti mi accorgo che una puericultrice stava portando via un bambino, sentì che era mio figlio e non capivo il motivo per cui non me lo faceva vedere come agli altri papà.
Mi precipito per le scale, salgo sei piano in brevissimo tempo, fermo la puericultrice e le chiedo se è il figlio della Sig.ra D., e lei evitandomi mi rispose di si e che doveva andarlo a lavare. Dopo un po’ mi accompagnano nel reparto di pediatria perché i dottori volevano parlarmi.
In quel momento capì che non era andato tutto per il verso giusto.
Quello che ho vissuto è stato terribile, mi è caduto il mondo addosso, non sapevo cosa fare, pensavo al bambino, a mia moglie come avrebbe reagito, al suo dolore.
Pretendevo spiegazioni dal “professore” ma lui era scappato senza alcun rimorso.
Ma dopo qualche minuto mi convinsi che quella era la nostra realtà e che quel bambino era mio figlio e avevo tanto bisogno di abbracciarlo, di farmi sentire vicino e presente.
Quando mi danno la possibilità di poterlo vedere, chiedo di poter restare da solo, e nell’accarezzare la sua manina, lui stringe la mia, sicuramente in segno di vita.
È stato un momento bellissimo, sembrava che lui avesse capito il mio stato d’animo.
Dopo aver visto Marco, mi precipito da mia moglie, ma lei aveva già capito tutto, non sapevo cosa dire, non riuscivo a parlare, capire come sarebbe stata la sua reazione, momenti difficili che ti segnano la vita, un ricordo indimenticabile.
Mi accorsi che dopo averlo detto era stravolta, niente poteva trattenere le sue lacrime il suo dolore, era stata anche abbandonata anche da quella specie di “professore” che non ebbe nemmeno la delicatezza di darci spiegazioni, e solo dopo mie insistenti minacce di chiamare la forza pubblica si degnò di tornare in ospedale e dare spiegazioni.
Le sue uniche perole erano “MI DISPIACE MA QUESTE MALFORMAZIONI NON SI VEDONO”.
Nella nostra ignoranza ci abbiamo creduto ma…
Quello che è accaduto nei giorni successivi è difficile da raccontare perché il ricordo fa male, molto male, ma le dico soltanto che prendemmo di petto la situazione perché Marco aveva bisogno di cure necessarie al caso.
Anche se la nostra vita è cambiata perché stiamo dedicando tutto il nostro tempo alle cure di nostro figlio, agli innumerevoli interventi ai quali è stato sottoposto e dovrà ancora subire, a tutte le problematiche del caso siamo felici di avere un figlio come Marco.
I suoi problemi in parte sono risolvibili (labiopalatoschisi) ed altri no, bisogna aspettare il suo completo sviluppo e chissà se in futuro la scienza potrà dargli quello che oggi a lui manca, ed a noi una “ragione” di aver fatto e preso le scelte giuste, ma soprattutto confidando in Marco, un bimbo molto forte e con una grande voglia di vivere.
Ho raccontato tutto questo perché sarei lieto di poter discutere del mio problema, perché abbiamo intrapreso nel 1996 dopo una sofferta decisione una dura battaglia Legale nei confronti del “PROFESSORE” che ha seguito mia moglie durante la gravidanza e non si è mai accorto di NULLA, accusandolo di NEGLIGENZA ED IMPERIZIA, ma nonostante tutte le documentazioni in nostro possesso, le sentenze simili alle nostre (ne cito alcune: Corte suprema di Cassazione III sezione civile sentenza 10 Maggio 2002 n. 6735,sentenza n. 6464 del 08.07.94,sentenza n. 12195 del 01.12.98,sentenza n. 2793 del 24.03.99 e tante altre), perizie medico legali, informazioni scientifiche ecc., ad oggi la causa sta prendendo un cattivo andamento nonostante che è diritto di una gestante conoscere le vere condizioni del feto, ed a noi questo è stato negato.
Il fatto di sapere, conoscere, è molto importante sopratutto dopo l’esperienza vissuta, come si può evincere da alcuni articoli di giornali IL SOLE 24 ORE DEL 23 settembre 1996 Pag. 9(l’ informazione sulla cura è dovere contrattuale), LA REPUBBLICA DEL 22 APRILE 1997 Pag.23 (è un’ingiustizia nascondere una verità anche se dolorosa – il feto è malato? Il medico deve informare la madre), IL SOLE 24 0RE DEL 22 APRILE 1997 Pag. 19 (Un dovere sulla salute del feto), LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO DEL 22 APRILE 1997 Pag. 8 (Malattie, la madre deve sapere- la cassazione: il medico non nasconda i guai del nascituro). Purtroppo questa causa sta andando verso il verso sbagliato non so per quale motivo ed è per questo che le chiedo di aiutarmi.
Mi auguro di cuore che possiate aiutarmi.

Gentile Sig. Salvatore,
ho letto più volte la sua accorata lettera e credo che sia anche impropria la sua presenza su questo servizio, che non vuole essere il sostituto di una perizia medico-legale, cui io rimando in questi casi. Però sono davvero dispiaciuto per la sua triste esperienza e per la sue considerazioni e quindi voglio esprimerle il mio parere. La nostra professione riguarda in genere lieti eventi, ma talvolta non è così. Non sono d’accordo su tutta l’analisi che lei fa circa la negligenza e l’imperizia di chi ha seguito la gravidanza. Le sue aspettative sono state tradite, questo è vero, laddove lei si è accollato volontariamente una grossa spesa mensile con l’intenzione di avere il meglio per sua moglie e il suo bambino. Il risultato non è stato quello atteso, ma in medicina, vige l’obbligo dei mezzi e non del risultato. Prima di convincersi della negligenza e dell’imperizia, lei ha consultato un perito di parte? E questo perito era un ginecologo esperto in ecografia e in diagnosi prenatale? Posso essere d’accordo col comportamento inopportuno del suo professore al momento del parto, il quale si è sottratto evitando di darle le giuste spiegazioni che le spettavano di diritto. Ma per il resto le dico: l’ecografia ostetrica è stata a quanto pare affidata ad un altro specialista, probabilmente perché il prof. non la esegue in prima persona, e questo denota diligenza e prudenza; le malformazioni che mi ha descritto possono essere rilevate, ma solo in una certa percentuale di casi, tant’è che le linee guida SIEOG, la principale società scientifica italiana di ecografia ostetrico-ginecologica, indicano come obbligatorio il rilievo di mani e piedi in termini di presenza o assenza, ma non delle singole dita; anche il labbro leporino non compare tra le strutture da visualizzare obbligatoriamente; la scelta della modalità del parto può essere messa in dubbio, ma non è certo il parere di un’ostetrica che si può contrapporre a quello di medico specialista. Noi facciamo ogni sforzo per visualizzare ogni malformazione possibile e spesso ci riusciamo. Io per esempio mi vanto di aver diagnosticato 4 casi di labioschisi, e di aver avuto così l’opportunità di informare le pazienti, le quali hanno vissuto l’esperienza della nascita del bimbo in maniera meno drammatica. Però mi è anche capitato il caso di una paziente obesa, il cui feto si ostinava a giacere a faccia in giù. Fino alla fine della gravidanza le ho comunicato che non potevo garantirle l’integrità delle labbra e purtroppo c’era, anche in questo caso, un labbro leporino. Inutile dirle che la paziente se la prese a male lo stesso. Voglio dirle che sono giusti tutti i diritti da lei elencati, di essere informati, di essere assistiti correttamente, ma che è bene che sia chiaro che l’ecografia non è in grado di evidenziare tutte le malformazioni. Ve n’è ancora una certa percentuale che sfugge. Vi sono fattori che favoriscono le diagnosi, altri che le ostacolano. Un collega può essere anche negligente e ignorante, ma l’analisi deve essere fatta scientificamente con freddezza e non sulla scia di emozioni, o sul suggerimento di un inesperto. Mi perdoni, ma più di tanto non posso aiutarla. Consulti uno specialista di parte serio e preparato, scegliendolo in un’altra città, gli faccia esaminare tutta la documentazione e aspetti che sia lui ad essere realmente convinto della presenza di negligenza e imperizia, prima di procedere oltre. L’avvocato fa presto a dire “grave errore”, e questo può generare delle illusioni. Perdoni la mia sincerità. Cordiali saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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