Anonimo

chiede:

Salve,
ho avuto l’ultimo ciclo il 10 febbraio (premetto che il mio è sempre stato un ciclo breve di massimo 23 giorni), il 17 febbraio ho fatto la visita ginecologica e mi è stato detto di essere quasi pronta per l’ovulazione; dal 19 febbraio ho iniziato ad avere rapporti completi non protetti con mio marito; il 25 febbraio ho avvertito dei dolori fortissimi alle ovaie e alla parte bassa della schiena; il 27 febbraio ho cominciato ad avere delle perdite molto abbondanti e con grumi di sangue massicci.
Allarmata (in quanto il ciclo mi sarebbe dovuto arrivare da dopo il 2 marzo, almeno) ho chiesto spiegazioni alla mia ginecologa pensando subito ad un aborto, ma la mia dott.ssa mi ha risposto di aspettare di vedere come sarebbe proseguito il tutto.
Il 7 marzo (ossia, dopo 10 giorni dalle prime), avendo ancora delle perdite fortissime, tipo flusso, contatto di nuovo la mia ginecologa che mi fissa un appuntamento per il 9 marzo. Alla visita risultavano soltanto 3 cisti di neo formazione ma nessuna traccia di gravidanza. Pur escludendo categoricamente un aborto spontaneo, la dott.ssa mi ha prescritto, per mero scrupolo, di misurare le beta hcg e il giorno dopo (il 10 marzo) è risultato un valore di 827. Ho contattato di nuovo la dott.ssa che, facendomi gli auguri, mi ha prescritto telefonicamente ovuli di profeffic, inofolic e cardioaspirina (ho mutazione MTHFR in omozigosi).
Continuando ad avere perdite abbondantissime e doloretti alle ovaie, l’11 marzo sono andata al pronto soccorso per capire se stava andando tutto bene ma i dottori, non vedendosi ancora alcun segno della gravidanza dall’ecografia, mi hanno fortemente sconsigliato di prendere la terapia prescritta dalla mia dott.ssa.
Ho deciso di seguire il consiglio dei medici del pronto soccorso, in quanto mi sono stati spiegati gli eventuali rischi di assumere la terapia prescrittami senza sapere prima dove fosse “posizionata” la gravidanza.
Oggi, 14 marzo, ho rifatto le analisi ed è risultato un valore delle beta diminuito a 662, deducendo da ciò un aborto spontaneo in atto.
Le mie domande sono:
1) si sarebbe dovuto/potuto intervenire prima?
2) Qual è il discrimine per capire se si tratta di minacce d’aborto o se già si è in aborto?
3) La terapia prescritta poteva essere utile per evitare eventualmente l’aborto (sempre che già non fosse in atto, considerando che erano già 15 giorni che avevo perdite fortissime) o siete d’accordo con i dottori del pronto soccorso (di non prendere niente finché dall’ecografia non è individuabile la gravidanza, potendo essere, eventualmente, anche extrauterina)?
Mi scuso per la lunghezza dell’e-mail, ma sono in un momento di confusione totale ed avrei bisogno di un terzo parere medico per sapere se tutto ciò era evitabile.
Vi ringrazio anticipatamente per la disponibilità.

È praticamente impossibile, a distanza, senza quindi avere seguito personalmente il caso, esprimere un giudizio a riguardo della “evitabilità” dell’evento.
A mio parere, in ogni caso avrebbe dovuto eseguire subito le beta HCG unitamente ad una ecografia di alto livello. Probabilmente si è trattato di un aborto precoce. Ad ogni modo, non essendo chiari i reperti ecografici almeno nella maniera come sono stati descritti, le consiglio di effettuare un’ecografia transvaginale, ma da medico realmente esperto in ecografia.
In casi come questi, occorre escludere una gravidanza extrauterina, e tale diagnosi non può essere certo fatta dalle ecografie di routine che generalmente vengono eseguite.
Un saluto

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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