Le probabilità di una donna di restare incinta sono determinate dalla sua riserva ovarica, ovvero dal numero di ovociti presenti nelle ovaie: maggiore è questo numero, più alto sarà il potenziale riproduttivo.

Ma come si determina la riserva ovarica di una donna? Cosa fare quando il numero di ovociti è basso? Ne abbiamo parlato con il dottor Luca Zurzolo, specialista in ginecologia e ostetricia.

Riserva ovarica: cos’è e cosa determina

Come prima cosa, chiediamo al dottor Zurzolo di spiegarci che cos’è la riserva ovarica:

Con questo termine ci riferiamo alla quantità di ovociti che una donna possiede nelle proprie ovaie. Si stima che durante la vita fertile abbia dai 300 ai 500 ovociti maturi da poter utilizzare per una possibile gravidanza. Questi ovociti vengono infatti man mano reclutati durante il ciclo mestruale e dalla loro eventuale fecondazione avrà origine l’embrione.

Il dottore aggiunge anche che il numero di ovociti di una donna non è invariabile, perché la sua riserva ovarica tende a depauperarsi con il tempo e a ogni nuovo ciclo:

Ogni donna nasce con il proprio bagaglio ovocitario, che si attesta intorno a 1-2 milioni di ovociti. Ma questo numero diminuisce drasticamente dalla nascita alla pubertà; poi a partire da questo momento inizierà anche il reclutamento di 1 o 2 ovociti per ogni ciclo mestruale, e la riserva ovarica continuerà a diminuire.

Analisi della riserva ovarica e i valori standard

Chiediamo al dottore in che modo è possibile stimare la quantità di ovociti presenti nelle ovaie, e ci spiega che sono possibili due tipi di esami, entrambi per niente invasivi: uno biochimico e l’altro ecografico.

Le analisi biochimiche che possono essere fatte comprendono il dosaggio dell’ormone follicolo stimolante FSH, dell’Inibina b e dell’ormone antimulleriano AMH. Il metodo più frequentemente utilizzato oggi è proprio quest’ultimo: più è alto il valore dell’AMH, più ovociti sono presenti nelle ovaie.

Tramite tecniche ecografiche, invece, si può ricorrere alla conta dei follicoli antrali, altro esame che si consiglia solitamente, e che si effettua tra il terzo e il quinto giorno del ciclo. Più follicoli agli stadi iniziali vengono osservati, più è fertile la donna.

I valori dell’ormone antimulleriano considerati nella norma variano a seconda dell’età:

  • tra i 13 ed i 45 anni, sono compresi tra 0,9 e 9,5 ng/ml;
  • oltre i 45 anni, sono inferiori a 1,0 ng/ml.

Mentre, per quanto riguarda la conta dei follicoli, i valori standard prevedono la presenza di 5-7 follicoli con diametro di 2/8 mm per ovaio.

Riserva ovarica bassa: le possibili cause

Quando gli esami indicano un numero basso di ovociti, quali possono essere le cause?

Innanzitutto, una riserva ovarica bassa può essere legata all’età materna, proprio perché con il passare del tempo c’è un invecchiamento biologico e il numero di ovociti nelle ovaie diminuisce. Solitamente, dopo i 35 anni iniziamo ad avere un calo drastico della riserva ovarica e dell’AMH.

Inoltre, possono esserci cause chirurgiche o oncologiche: ad esempio, un’asportazione di una cisti ovarica o un tumore alle ovaie possono determinare un calo del numero di ovociti nelle ovaie. O ancora, la menopausa, nelle donne di età avanzata. O la menopausa precoce, nelle donne più giovani.

Riserva ovarica bassa: cosa fare?

Cosa si può fare in caso di riserva ovarica bassa?

Chiariamo subito che non c’è un modo per aumentare la riserva ovarica. Quello che si può fare, pensando a una gravidanza, è ricorrere a tecniche di fecondazione assistita, inducendo la super ovulazione e utilizzando gli ovociti residui. Però, se il valore dell’AMH è particolarmente basso, è difficile comunque che la stimolazione ovocitaria dia buon esito. In casi come questo, per la gravidanza sarà necessario ricorrere all’ovodonazione, ovvero a una donatrice di ovuli esterna alla coppia.

Sarebbe opportuno controllare la propria riserva ovarica, a scopo preventivo, e quando andrebbe fatto?

Se non è già in programma una gravidanza, sarebbe opportuno eseguire un controllo intorno ai 30 anni. E si può anche valutare la possibilità di effettuare una crioconservazione, ovvero di congelare gli ovociti, in maniera tale che, quando arriverà il momento propizio per la gravidanza, si avranno a disposizione i propri ovociti crioconservati.

In collaborazione con
Seguici anche su Google News!
Ti è stato utile?
Non ci sono ancora voti.
Attendere prego...

Categorie

  • Concepimento