Meno conosciuta rispetto all’amniocentesi, la funicolocentesi (o cordocentesi) è un test prenatale invasivo. Si tratta, però, di una pratica poco consueta e consigliata solamente in rari casi, per indagare con maggiore precisione su alcune possibili patologie del feto.

Può essere di tipo diagnostico, qualora si ricerchino batteri e virus, ma non solo, o terapeutico, nel caso in cui si evidenzino alcune carenze fetali.

Scopriamo qualcosa di più sulla funicolocentesi, a cosa serve, perché si effettua questo esame, quali sono i possibili rischi. Per sciogliere tutti questi dubbi abbiamo posto tutte queste domande, e altre ancora, al medico ginecologo Ettore Cabiati.

Funicolocentesi: a cosa serve?

La funicolocentesi è un esame diagnostico e terapeutico, ci spiega il dottor Cabiati:

Nel primo caso serve a studiare i cromosomi, effettuando l’analisi del cariotipo, il dna per studiarne eventuali patologie e ricercare anticorpi, virus e batteri, come toxoplasmosi e citomegalovirus. Dal punto di vista terapeutico, invece, la cordocentesi serve a “curare” il feto, nel caso in cui sia presente, ad esempio, una grande anemia fetale, per cui sarà necessario effettuare delle trasfusioni o iniettare sostanze nutritive, in presenza di un iposviluppo fetale.

In genere, è un esame in disuso, richiesto raramente, perché, continua il medico

solo con la funicolocentesi è possibile individuare alcune infezioni, come la toxoplasmosi, o malattie specifiche, in particolar modo la malattia emolitica fetale. Per questo ultimo caso è particolarmente consigliata: dopo aver effettuato il test di Coombs, con valore particolarmente alto, si esegue la funicolocentesi per valutare i passaggi successivi.

Funicolocentesi: come si effettua?

Si tratta di un esame invasivo di diagnosi prenatale e si effettua come l’amniocentesi. Spiega il dottor Cabiati:

Sotto guida ecografica viene introdotto un ago che va a pescare la vena ombelicale sul funicolo. Si preferisce la vena, rispetto all’arteria, perché è più grande e quindi più facilmente individuabile. In particolar modo si sceglie la parte più vicina alla placenta, perché più ferma e di conseguenza darà più semplice eseguire il test.

È importante considerare che la funicolocentesi è richiesta del medico nel caso in cui, esami alla mano, si accorga che c’è la possibilità che il feto sia a rischio per una patologia specifica. Continua il medico:

In fase di prelievo, si estrae circa 1 o 2 cc di sangue fetale, perché il bambino ne ha molto poco, e si analizza una singola patologia, un valore specifico per chiarirne gli aspetti.

Funicolocentesi: quando si effettua?

Il prelievo di sangue prenatale sul funicolo si può eseguire dalla 19^ settimana. In questo periodo si effettua questo test invasivo solamente a fine diagnostico, per valutare o meno se sia il caso di portare avanti la gravidanza, nel caso in cui si riscontrino importanti anomalie. Successivamente, come spiega Cabiati

Il test può essere comunque effettuato ma a scopo terapeutico, quindi per fare trasfusioni o iniettare sostanze per fare crescere il feto.

Questo esame è gratuito dopo i 35 anni, ma, specifica il ginecologo, “nel caso in cui si evidenzino patologie o condizioni che rendano fondamentale l’esecuzione del test i costi della funicolocentesi saranno sostenuti dal servizio sanitario nazionale”.

Funicolocentesi: i risultati

I risultati sono disponibili nell’arco di una settimana, nel caso in cui si effettui lo studio del cariotipo fetale. Per lo studio di altre patologie, i tempi di attesa sono variabili.

Possono evidenziare un valore positivo o negativo in base al tipo di indagine eseguita. La funicolocentesi studia una specifica patologia, quindi non potrà dare come risultato un quadro completo dello stato di salute del feto e di possibili difetti congeniti o ritardi.

Funicolocentesi: i rischi

Come tutti gli esami invasivi, anche la funicolocentesi comporta dei rischi, che non riguardano la mamma ma solamente il feto. Il rischio più grave è l’aborto, spiega il dottore:

Nei centri specializzati e con personale esperto la percentuale è all’incirca del 3%. È importante, però, considerare che un aborto post-funicolocentesi coincide molte volte con una perdita del feto per via delle stesse complicanze che hanno portato a effettuare questo test. Ecco perché la percentuale effettiva è più bassa, e si attesta tra l’1 e il 2%.

Seguici anche su Google News!
Ti è stato utile?
Rating: 5.0/5. Su un totale di 3 voti.
Attendere prego...

Categorie

  • Indagine Diagnostica