Si ambisce alla perfezione e la perfezione non esiste. Perché “come fai sbagli“, ricorda un motto popolare.

Ci sono però alcuni errori comuni che le donne fanno quando diventano mamme e che potrebbero evitare: niente di grave o irrimediabile, sono per lo più abitudini scorrette o tentativi in buona fede di raggiungere quella perfezione che non esiste, bruciando a volte qualche tappa. Per evitare di perdurare nell’errore basta saperlo riconoscere: ecco i 5 errori più comuni delle neomamme di oggi.

1. Voler dimostrare di essere una supermamma

Ogni donna che diventa mamma vuole il meglio per il suo bambino e a volte sente su di sé la pressione di chi, seppure mosso dalle migliori intenzioni, infarcisce le sue giornate di consigli e ammonimenti che possono farla sentire inadeguata al suo ruolo. Per reazione, allora, la neomamma può tendere a dimostrare agli altri di “cavarsela” al meglio e da sola, minimizzando le difficoltà e accelerando i tempi.

Da un punto di vista fisico questa accelerazione può presentarsi come un tentativo di recuperare la massima forma ed energia immediatamente dopo il parto: una missione impossibile. Sentirsi appesantita, stanca e un po’ “ammaccata” non è piacevole ma serve tempo per tornare in forma e abituarsi al nuovo stato delle cose: il corpo ha compiuto uno sforzo titanico e le conseguenze non spariranno tanto in fretta.

Questo non significa rinunciare a prendersi cura di sé, a fare attività fisica e a mantenere una dieta sana ed equilibrata, piuttosto il contrario. L’importante è darsi tempo, calibrando i propri sforzi sulla base delle energie a disposizione e ricordando che non per tutte le donne il recupero è immediato, tutt’altro.

2. Sottovalutare le proprie capacità

In direzione contraria alla “sindrome da supermamma” viaggia quella della “peggiore mamma del mondo”: crescere un figlio non è affatto semplice, e per quanto ci si sforzi ci saranno sempre dei momenti in cui si pensa che sarebbe meglio fare le cose in modo diverso, o che non ci si sente all’altezza del compito. Si tratta di emozioni tanto contrastanti quanto normali: l’importante è accettare la sfida tenendo presenti i propri limiti, senza abbattersi di fronte a difficoltà e imprevisti. Se le emozioni negative dovessero essere particolarmente presenti è bene parlare con il proprio medico: potrebbe trattarsi di depressione post-partum, un disturbo che colpisce circa il 10% delle neomamme.

Per le mamme è importante mantenere degli spazi per sé, seppure ridotti rispetto al passato. Annullarsi non è la scelta più felice: per riuscire a mantenere il proprio benessere psicofisico e garantire quello del bambino è importante che intorno a sé la neomamma abbia una rete di persone pronte ad aiutarla. Chiedere aiuto non è sinonimo di impreparazione o inadeguatezza: è, al contrario, segno di cura e impegno.

3. Escludere il papà dalla vita quotidiana

Il rapporto di una mamma con il suo bambino, soprattutto nei primi mesi di vita, è totalizzante e quasi simbiotico. Il bimbo è totalmente dipendente dalla mamma e la mamma non vede altro. In questa fase, però, è bene non dimenticare che i genitori sono due: anche il papà ha tanti diritti quanti doveri nei confronti del nuovo nato, e la sua vicinanza oltre a portare aiuto e supporto (emotivo e logistico) alla mamma può aggiungere da subito valore al percorso di crescita del bambino.

Può essere utile coinvolgere il papà nelle faccende di tutti i giorni, da quelle meno piacevoli a quelle più gratificanti, ed è importante trovare anche del tempo da trascorrere insieme come coppia.

4. Tagliare le unghie al bambino da sveglio

Tra gli errori più comuni delle neomamme alle prese con il primo figlio ci sono anche abitudini pratiche che, migliorate, possono contribuire a rendere la vita un po’ più semplice con alcuni trucchi e accorgimenti. Compito dei neogenitori è tagliare le unghie del bimbo, che crescono abbastanza velocemente e con cui, se non accorciate a sufficienza, il piccolo può inavvertitamente graffiarsi.

Quando il bambino è molto piccolo è consigliabile che per un’operazione delicata come quella del taglio delle unghie si scelga il momento più adatto: meglio tagliarle mentre il bimbo dorme e non quando è sveglio, per evitare che con i suoi bruschi movimenti possa ferirsi involontariamente.

5. Coprirlo troppo o troppo poco

Un bambino appena nato non può comunicare a parole la sensazione di caldo o freddo, lo fa il suo corpo per lui. Quando mani e piedi sono un po’ freschi, ad esempio, non significa per forza che il piccolo stia sentendo freddo, poiché la temperatura delle estremità si mantiene più bassa rispetto a quella del corpo finché la circolazione del sangue non entra a pieno regime. Se piedi e mani assumono un colore violaceo e il bambino piange, invece, significa che ha freddo ed è il caso di coprirlo di più.

Al contrario, se toccandolo sul collo o sulla testa si avverte del sudore significa che ha caldo. In genere il timore delle mamme è che il bambino prenda freddo, così lo avvolgono da capo a piedi anche quando non ce n’è particolare bisogno: osservare i segnali del corpo aiuta a regolare il grado di copertura migliore a seconda della temperatura esterna.

Si tratta di grandi e piccoli accorgimenti che possono alleggerire alcuni dei difficili compiti di una mamma e un papà, sempre ricordando che, appunto, la perfezione non esiste.

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