Mi chiedevo in continuazione: sto sbagliando qualcosa? Mangia abbastanza? Mangia troppo? Ogni sciocchezza diventava un problema enorme, poi l’istinto di mamma ti dice che stai facendo la cosa giusta“.

Mamma non si nasce, si diventa. E si impara: Gaia Bernacchia, che lo è da due anni (di Annabelle) ed è incinta del secondo figlio (Nathan), ha i modi schietti di chi non si nasconde dietro stereotipi da genitrice perfetta, ma fa delle “imperfezioni” la vera bellezza della maternità. E ci spiega:

Soprattutto all’inizio chiunque mi diceva “dovresti fare così e così, il mio bambino faceva così, non va bene se il tuo fa le cose diversamente” e via dicendo. A un certo punto mi sono detta: basta. Avessi dato retta a tutti sarei impazzita. Ascoltare i pareri degli altri va bene, ma fidatevi del vostro istinto che è la componente più importante. Molto poi dipende dal carattere: ci sono mamme più forti e altre più fragili e suggestionabili, e i consigli esterni, spesso nemmeno richiesti, aumentano ancora di più la pressione e le incertezze. Ma ogni mamma dovrebbe fare ciò che sente, è quella la cosa giusta.

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Per Gaia come per molte donne la maternità è stata una sorpresa, arrivata del tutto inattesa. Altro che fare-le-cose-un-passo-alla-volta:

Di solito si va a convivere, ci si sposa e poi si fanno i figli. Per me e il mio compagno non è stato così: vivevamo ancora in famiglia, siamo andati a vivere insieme quando sono rimasta incinta. Così ho imparato a gestire una casa per la prima volta, senza averlo mai fatto. È stata dura soprattutto all’inizio perché abbiamo saltato molte tappe. Però stavamo insieme da 8 anni: scoprire di aspettare un figlio è stato un segnale per dirci “dovete prendere una decisione”, forse se non ci fosse stata la sorpresa faremmo ancora i fidanzatini.

“Quando è nata mia figlia ho smesso di esistere, non riuscivo a occuparmi di me”

“Mia figlia Annabelle – continua Gaia, che della maternità parla anche sul suo blog ImprevedibilmenteMamma – è stata una sorpresa, mi è servito del tempo per elaborare tutti i cambiamenti. Prima di lei ero sempre truccata e impeccabile, poi mi sono trascurata molto, non riuscivo a fare niente se non per lei. Penso che per molte mamme sia un passaggio normale: ti lasci andare perché non hai tempo o voglia, pesa più la stanchezza del preoccuparsi di come ti vedono gli altri”. 

Non serve nasconderlo, i primi tempi con un neonato sono difficili:

Andavo in giro trasandata, in condizioni inimmaginabili per com’ero prima, non esistevo neanche più. Anche mio marito mi diceva che avrei dovuto pensare di più a me stessa, di non dimenticarmi di me. Pian piano ci sono riuscita, quando i bambini crescono inizi a capire i loro ritmi e a gestire tutto, la stanchezza diminuisce, o meglio, diventa normale, e riesci anche a rimanere ‘donna’. E adesso che Annabelle è più grande e la situazione un po’ più stabile – dice ridendo – cosa succede? Ricomincia tutto da capo!

Qualcosa di diverso rispetto alla prima maternità però con l’arrivo del secondogenito ci sarà, spiega Gaia: “Penso che ridurrò la simbiosi. Finora non ho lasciato Annabelle nemmeno una volta, è stata tosta. Sai che non io e mio marito non siamo mai andati una sola volta al cinema in due anni? Ci dicevamo: una sera al mese lasceremo la bimba e faremo qualcosa da soli: non è mai successo“.

“La vita prima dei figli? Alcune cose mi mancano, ma non la rivorrei”

Sulla sua pagina Instagram Gaia ha rilanciato l’hashtag, partito da un gruppo di neomamme, #lamiavitaprimadeifigli, chiedendo ad altre mamme di raccontare il proprio “prima” e “dopo”: “Prima di diventare madri, prima di creare la nostra famiglia, chi eravamo? E soprattutto, lo siamo ancora?

L’intenzione, spiega, è di ricordare che oltre a essere mamme si è anche donne:

I bambini ti vedono con altri occhi, non ti interessano più alcuni aspetti che reputi superficiali perché quello che conta è che tuo figlio o tua figlia sia felice. Ognuna poi è diversa, alcune mamme sono più trascurate, altre pur di uscire tirano il latte e lasciano il bambino con i nonni. Bisognerebbe trovare un equilibrio tra le due cose ma non è affatto facile.

La paura di sbagliare, dice Gaia, rimane, ma l’esperienza e il tempo aiutano a ritrovare la fiducia e a creare un nuovo equilibrio: “C’erano periodi in cui piangevo giorno sì giorno no, ero molto insicura, soprattutto all’inizio. Adesso mi baso molto sul mio istinto e farò così anche con il secondo bimbo. Sono convinta che ogni mamma sappia cosa è meglio per il proprio bambino, e anche cosa è meglio per se stessa: io non sono più quella che ero ma non tornerei mai indietro“.

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