Alla nascita tutti i bambini hanno caratteristiche e condizioni che andranno scomparendo nel corso delle settimane e dei mesi e sono situazioni legate al perfezionamento del loro sviluppo dopo la nascita. Una delle più comuni (e allo stesso tempo delicate) è quella delle fontanelle del neonato, ovvero quello spazio morbido presente sul cranio del bambino.

I genitori sanno che si tratta di una realtà normale, ma allo stesso tempo sono spesso timorosi per la salute del proprio bambini, temendo di non gestirle correttamente.

Per rispondere ai tanti dubbi, ma anche a una serie di curiosità intorno a questa particolare (e temporanea) conformazione del cranio dei neonati, abbiamo intervistato la Dottoressa Pilar Nanninispecialista in pediatria, che ci ha permesso di definire meglio tutto quello che riguarda le famose fontanelle del neonato.

Cosa sono le fontanelle del neonato?

Dottoressa Nannini, una prima domanda: cosa sono le cosiddette fontanelle del neonato?

Le fontanelle sono degli spazi tra le ossa del cranio che sono costituite da tessuto fibroso e molto resistente.

È importante fin da subito precisare che il cervello non è direttamente a contatto con le fontanelle, in quanto è protetto sia dal liquor, il liquido cerebrospinale, che da diversi strati di membrane.

Questo è utile anche per rispondere ai timori dei genitori di toccare questa parte del corpo o lavarla. Con la dovuta delicatezza (sempre necessaria nel trattare un neonato) è possibile assicurare sin dalle prime settimane l’igiene del neonato anche tramite il bagnetto.

Fontanelle neonato: dove si trovano

Parliamo di fontanelle al plurale, quindi sono più di una; quante sono precisamente e in quale parte della testa si formano?

Sono in tutto sei, ovvero quella anteriore, quella antero-laterale, la terza fontanella,  la fontanella posteriore e le due fontanelle postero-laterali.

La fontanella più comune è quella detta bregmatica, che si trova sulla parte superiore della fronte, mentre delle altre cinque quattro sono molto piccole e spesso quasi invisibili e appena percepibili al tatto.

A cosa servono le fontanelle del neonato

Perché si formano le fontanelle? Qual è il loro scopo?

Le fontanelle permettono al cranio di modellarsi durante il passaggio nel canale del parto durante la nascita, infatti generalmente le ossa si accavallano lievemente sia durante il parto che nei primi mesi di vita, consentendo al cranio di accrescere rapidamente. Questo perché soprattutto nel primo anno di vita l’accrescimento del cranio è molto rapido e intenso. Le fontanelle si accavallano tra di loro al momento del passaggio nel canale del parto, ma poi si separano per permettere l’adeguato sviluppo dell’encefalo.

Possiamo quindi dire che la presenza delle fontanelle è del tutto normale e, anzi, indispensabile sia a consentire un agevole discesa nel canale del parto (con il cranio che ha una flessibilità tale da non ostacolare questo passaggio) che a permettere la crescita del cervello all’interno di una scatola cranica che deve svilupparsi anche in struttura e dimensioni.

Fontanelle neonato: quando si chiudono?

Dottoressa Nannini, una delle principali preoccupazioni dei genitori è quella relativa al quando le fontanelle del neonato si chiudono. Cosa possiamo dire in tal senso?

Le fontanelle si chiudono quando al loro posto, quindi al posto del tessuto fibroso, si forma del tessuto osseo duro e in questo caso lo spazio tra le ossa del cranio non viene più palpato. Questo processo è molto lento e può durare fino ai 18-24 mesi circa. In generale la fontanella posteriore è quella che si chiude prima, tra i due e i tre mesi di vita, e poi successivamente si chiudono le altre.

È utile anche ricordare come la chiusura delle fontanelle è un processo che varia da bambino a bambino e la preoccupazione su un eventuale ritardo nella chiusura va sempre valutato in quadro generale.

Curiosità sulla fontanella del neonato

Perché si chiamano fontanelle? Cosa significa se la fontanella pulsa?

Dottoressa Nannini, perché parliamo di fontanelle? E quando è normale che questo tessuto “si muova”?

Il termine fontanella significa che lo spazio tra le ossa si comporta spesso come, appunto, una fontanella, in quanto può risultare pulsante (si alza e si abbassa) e questo dipende dal flusso sanguigno che passa al di sotto di questo tessuto.

Cosa fare se la fontanella del neonato è infossata

Non tutte le fontanelle del neonato sono uguali, ma perché alcune possono risultare infossate (al di sotto delle ossa circostanti) e in questi casi è necessario preoccuparsi?

Nel caso di fontanelle infossate se il bambino non ha segni di disidratazione, mangia regolarmente, è vivace e attivo e complessivamente sta bene, potrebbe trattarsi di un riscontro casuale. Se invece c’è chiaramente una fontanella che viene palpata sotto il ciglio osseo può essere un segnale d’allarme se è accompagnato da segni critici, soprattutto la disidratazione.

Un bambino è affetto da vomito, diarrea, con febbre, che non si alimenta bene o è poco vivace, la fontanella infossata è un segnale di disidratazione per il quale bisogna tempestivamente contattare il pediatra. Viceversa una fontanella sollevata, o bombata, deve essere sempre contestualizzata.

Se il bambino non ha alcun problema oggettivo una fontanella sollevata soprattutto quando il bambino è in posizione sdraiata, non deve preoccupare.

Discorso diverso, invece, quando la fontanella è molto sporgente, è tesa, è palpabile anche quando il bambino è in posizione eretta o il bimbo presenta segnali di sofferenza; in questi casi potrebbe esserci un problema potenzialmente anche grave, in quanto potrebbe essere il segno di una malattia neurologica come meningiti o encefaliti. In caso di dubbi, ma anche in caso di difficoltà ad alimentarsi o disidratazione, è fondamentale rivolgersi al pediatra o al pronto soccorso per monitorare la situazione ed escludere ogni criticità.

Cosa fare se la fontanella si chiude in anticipo

Abbiamo visto che il processo di chiusura del tessuto fibroso delle membrane che ricoprono la fontanella varia da bambino a bambino e si completa generalmente entro i due anni; cosa significa quando le fontanelle si chiudono prima di quanto dovrebbero?

Una precoce saldatura delle fontanelle accompagnata da una crescita della circonferenza cranica inferiore ai percentili attesi in base alla crescita staturo-ponderale del bambino, può determinare la necessità di eseguire approfondimenti come una valutazione oculistica, con la valutazione del fondo dell’occhio, ed eventualmente anche una valutazione neurochirurgica. Questo avviene quando si presenta una precoce saldatura insieme a uno scarso accrescimento della circonferenza cranica.

Cosa fare se le fontanelle si chiudono in ritardo

Le tempistiche sono indicative e vanno valutate singolarmente, ma cosa può indicare un ritardo nella chiusura delle fontanelle?

Questa può essere dovuto a una carenza di vitamina D o per un deficit degli ormoni tiroidei (ipotiroidismo). Esistono poi anche delle sindromi genetiche, come per esempio la Sindrome di Down, che si può manifestare con un ritardo della chiusura delle fontanelle o con delle fontanelle molto più ampie rispetto all’età e alla crescita staturo-ponderale del bambino.

Fontanelle neonato e craniostenosi

Come e quanto incide il processo di chiusura delle fontanelle nei fenomeni di craniostenosi, ovvero di un’anomala forma del cranio?

La chiusura precoce delle suture può essere un segnale di craniostenosi. Parliamo di una condizione abbastanza comune e colpisce generalmente i bambini maschi rispetto alle femmine.

Queste craniostenosi sono determinate dalla chiusura precoce delle fontanelle e possono essere di diverso tipo come la plagiocefalia (nella quale a essere coinvolta è solo una sutura coronaria a sinistra o a destra) o la brachicefalia (la fusione prematura di entrambe le suture coronali che provoca una deformità del cranio ed è associata a una fronte molto piatta e larga) e questa va diagnosticata tempestivamente perché può essere associata a un aumento della pressione intracranica che, se non trattata, può portare a un ritardo psicomotorio.

Esiste poi anche la scafocefalia, con la prematura fusione della sutura sagittale (ed è la più frequente in quanto colpisce un bambino su cinquemila) e la trigonocefalia che è caratterizzata dalla fusione della sutura metopica e determina una fronte “a punta” con una cresta nella parte centrale.

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