Involuzione, normale segno dei tempi o necessità educativa imprescindibile? Dare lo smartphone ai bambini è inevitabile, doveroso o rischioso? Come devono comportarsi i genitori?

Domande, queste, che è lecito e doveroso porsi per capire come affrontare quell’esperienza comune a tanti genitori che, già a partire dai primissimi anni di età, si rendono conto di come i propri figli siano attratti da questo piccolo dispositivo elettronico.

Complice anche l’elevato utilizzo che ne fanno i genitori durante l’arco della giornata e in presenza dei loro figli (nel gioco, a tavola, eccetera), è normale domandarsi se e quanto questo faccia bene ai bambini e, soprattutto, quale sia l’età migliore per dare loro in mano uno smartphone.

Il rapporto tra bambini e dispositivi elettronici

Sempre più spesso si vedono bambini piccoli, anche piccolissimi, con uno smartphone in mano. Che si tratti di vedere foto, seguire videochiamate (complici in questo senso anche gli anni della pandemia) o guardare un episodio di un cartone animato, lo smartphone è uno strumento che per molti bambini è al pari di libri, giochi e giocattoli.

Tanto che, come riferito dall’Agenzia SIR riportando i risultati di diverse ricerche condotte dai pediatri italiani, il 26% delle famiglie lascia utilizzare gli smartphone ai bambini già nella fascia 0-2 anni e che questi dispositivi vengono impiegati per far addormentare i bambini o per riprodurre ninne nanne o per raccontare lo storie e fiabe. Se nella fascia 0-2 anni l’incidenza di tale uso si assesta al 25% in quella 3-5 anni arriva all’80%.

Uno studio pubblicato nel 2022 evidenzia come 2 bambini su 34 con meno di 5 anni utilizzino i dispositivi elettronici (smartphone, ma anche tablet) per più di un’ora al giorno.

Con i bambini più grandi, quelli che poi entrano nell’età scolare e si confrontano con i coetanei, lo smartphone passa da accessori ludico a un potenziale strumento utile per ragazzi che passano molte ore lontano da casa e dai genitori. In un articolo pubblicato su Forbes si segnala come un sondaggio condotto negli Stati Uniti riveli che a 10 anni il 42% dei bambini abbia uno smartphone; percentuale che arriva al 91% nei ragazzi di 14 anni.

Nell’indagare il rapporto tra smartphone e bambini bisogna quindi distinguere tra l’utilizzo “ludico” come distrazione, per tranquillizzarli o farli giocare che può essere praticato già nei primissimi anni di vita e il dare ai bambini, tendenzialmente più grandi, uno smartphone tutto loro.

La presenza dello smartphone rischia di essere una costante, anche se con motivazioni differenti, già dalla tenera età. Se pensiamo a quanto l’uso (e la vera e propria dipendenza) dalla tecnologia abbia impatti negativi sugli adulti, è doveroso interrogarsi su quale sia l’approccio migliore in una fascia d’età dove lo sviluppo, specialmente quello cognitivo, non si è ancora completato.

Non si tratta né di demonizzare gli smartphone né di esaltarli, così come nemmeno di fare finta che il problema non esista, ma di comprendere meglio la realtà pediatrica generale e in particolare quella del proprio bambino per capire la scelta migliore da fare.

A che età introdurre i bambini a smartphone e tablet?

Eta-smartphone-bambini
Fonte: iStock

Ovviamente non c’è un’età precisa, una data di compleanno dalla quale l’uso dello smartphone è automaticamente sano e prima della quale è dannoso. Molto dipende dalle caratteristiche del bambino e, anche, da come il singolo soggetto ha vissuto l’approccio con lo smartphone.

Bisogna partire dalla consapevolezza che lo sviluppo cerebrale dei bambini non è ancora completato e, come evidenziato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, i processi neuropsicologici che comprendono l’attenzione, la personalità e la regolazione emozionale sono ancora in via di sviluppo. L’aspetto anagrafico, quindi, non è meramente un prima e un dopo tra il divieto e l’uso degli smartphone, ma un elemento essenziale per valutare l’approccio da adottare.

In un interessante approfondimento pubblicato su research.com si evidenzia come nella fascia di età 4-6 anni il bambino apprenda importanti abilità sociali, specialmente quelle nel confronto visivo con gli altri esseri umani, che potrebbero essere compromesse dall’utilizzo eccessivo degli smartphone.

Tra i 7 e gli 11 anni, quando l’accesso a questi device viene considerato più normale, bisogna considerare come in questa fase i bambini non hanno sviluppato la capacità di pensiero critico e la facilità con cui tramite uno smartphone si possa accedere a internet rappresenta un serio problema.

Quindi?

Ogni età ha le sue criticità, e se è evidente che non si possa rimandare all’infinito, è decisivo valutare la capacità di sviluppo del proprio bambino. Questa, più che l’età, è l’elemento dirimente con il quale confrontarsi.

Il trend sembra essere quello di attendere almeno i 10 anni. Questi i dati che emergono dal sondaggio OnePoll per conto di Cricket Wireless sulla popolazione americana, per cui il 70% dei genitori coinvolti ha dichiarato di comunicare con i propri figli attraverso uno smartphone, il 60% crede che la tecnologia aiuti a sviluppare le abilità sociali e più del 50% ha regalato uno smartphone ai propri figli per gestire le emergenze, mentre quasi la metà (il 47%) per favorire l’acquisizione di competenze tecniche.

In sintesi, si può dire, tenendo conto di tutto quello che fin qui abbiamo riportato, di evitare il più possibile l’utilizzo degli smartphone nei neonati fino a 18 mesi (fatta eccezione per le videochiamate con parenti e amici lontani), e di evitare che i bambini fino a 2 anni si ritrovino da soli a utilizzare lo smartphone. Meglio essere sempre presenti e scegliere quali app utilizzare.

Per i bambini più grandi, fino ai 5 anni, non più di un’ora al giorno preferendo sempre app utili e di qualità. Per dare uno smartphone, invece, meglio attendere almeno i 12 anni.

I rischi dell’abuso di smartphone nei bambini

Ma perché l’uso dello smartphone nei bambini è così problematico? L’utilizzo precoce e prolungato di device elettronici può avere gravissime conseguenze sullo sviluppo del bambino. Le numerose ricerche condotte in materia, infatti, evidenziano come ci sia:

  • un aumento dei disturbi del sonno;
  • un aumento delle difficoltà di apprendimento;
  • effetti negativi sull’attenzione;
  • riduzione del movimento con aumento del rischio di sovrappeso e obesità;
  • isolamento e riduzione dei rapporti con i coetanei.

Senza sottovalutare come ci siano conseguenze anche sulla maggiore irritabilità e impulsività e diminuzione delle capacità di autocontrollo.

In questo senso l’utilizzo dello smartphone per calmare il bambino sembra essere utile e funzionare, ma può essere una scelta deleteria per il bambino. Come riportato dall’Agenzia AGI, infatti, l’uso degli smartphone può bloccare la capacità del bambino di sviluppare sistemi autonomi per autoregolarsi, così come l’uso di questi device elettronici può portare i bambini ad avere spesso scatti d’ira ed emozioni intense.

Va poi considerato come gli smartphone e i tablet sono porte d’accesso su un mondo senza filtri nel quale i bambini possono trovare facilmente qualsiasi tipo di contenuto e non avere le capacità di elaborarlo. Video violenti, giochi aggressivi, immagini erotiche; tutti elementi che aumentano il rischio di ansia, depressione, disturbi del comportamento alimentare, sexting (scambio di contenuti multimediali a sfondo sessuale), dipendenza, cyberbullismo e grooming online (adescamento di minori).

Smartphone e bambini: cosa fare e cosa evitare

Se la prospettiva, tra gravi conseguenze e un fenomeno dal quale non si può del tutto sottrarre e isolare il proprio bambino, non sembra essere per niente rosea, è fondamentale investire sull’educazione digitale. Essa andrebbe acquisita innanzitutto dai genitori che dovrebbero acquisire dei comportamenti virtuosi e sani che oltre a rivelarsi educativi per i propri figli potrebbero aiutare anche a disintossicarsi un po’ dall’eccesso di tecnologia.

Innanzitutto evitare il divieto assoluto (salvo nei primo anno e mezzo) che potrebbe rivelarsi controproducente; l’equilibrio (che non è necessariamente una via di mezzo) è sempre la scelta preferibile. Ci si può orientare nell’impostare un timer per l’utilizzo della tecnologia, facendo attenzione a non lasciare mai soli i bambini con uno smartphone o un tablet.

Si possono creare anche delle zone (come la camera da letto) e dei momenti (pasti, momenti conviviali con tutta la famiglia, quando ci sono ospiti, eccetera) dove non usare i device elettronici e tale regola vale anche e soprattutto per i genitori.

È bene poi non reagire eccessivamente alle emozioni dei figli e non cedere immediatamente dando lo smartphone come “calmante”; questo non aiuta il bambino ad acquisire un’abilità. Il consiglio è quello di essere pazienti nei confronti dei “capricci” dei bambini, rispondere loro al messaggio che tramite queste reazioni esprimono, individuare delle alternative sane per calmarsi e insegnare loro a gestire le tensioni.

Meglio accompagnare gradualmente il bambino all’uso di dispositivi tecnologici con i quali inevitabilmente dovrà poi confrontarsi preferendo contenuti appropriati, utili ed educativi. Si può, per esempio, utilizzare un e-book reader per leggere una storia o utilizzare lo smartphone o il tablet per fare una ricerca, o seguire una guida su come realizzare qualche lavoretto manuale.

In conclusione, è fondamentale darsi delle regole e procedere con moderazione e gradualità, avendo la pazienza – qui come altrove – di confrontarsi con un potenziale problema, ma anche con una realtà con la quale prima o poi i bambini dovranno confrontarsi. Isolarli indubbiamente non aiuta, mentre contestualizzare, sebbene più impegnativo e faticoso, è sicuramente preferibile e aiuta a crescere dei ragazzi e delle ragazze consapevoli sull’utilizzo di un device dalle enormi potenzialità, ma anche dai tanti, tantissimi, pericoli.

Seguici anche su Google News!
Ti è stato utile?
Non ci sono ancora voti.
Attendere prego...

Categorie

  • Bambino (1-6 anni)