Ti dicono che dovrai insegnare ai tuoi figli un sacco di cose, che dovrai essere di esempio, che dovrai trovare dentro di te le risposte alle loro mille domande. Non mentono, in effetti, ma questa è solo una parte della verità. Quello che non ti dicono è che saranno i tuoi figli a insegnarti a loro volta un sacco di cose. A insegnarti a stare al mondo, per certi versi.

A insegnarti chi sei. E molto altro, ogni giorno. Le cose che mi ha insegnato mia figlia non le conto più, ormai, ma dieci delle tante voglio condividerle con voi.

1. Non c’è solo la bellezza

Tra le cose che mi ha insegnato mia figlia ce n’è una a cui non avevo mai pensato, prima di diventare madre. Ed è che le bambine non hanno bisogno solo che si dica loro quanto sono belle ed eleganti, o quanto sia carino il vestito o il fermaglio che indossano. Hanno bisogno che si dica loro che sono intelligenti, coraggiose, forti e brillanti. Che possono prendere la loro vita tra le mani e farne quello che desiderano.

2. Le femmine NON sono più tranquille

Questo me lo ha insegnato subito, mia figlia: le bambine possono essere vivaci tanto quanto i maschi. In qualche caso anche di più. Che si arrampicano, saltano, corrono, scavano e fanno la lotta. Che si arrabbiano, strillano e picchiano. Che si mettono le dita nel naso, che producono rumori imbarazzanti e poi ne ridono con gli occhi e con la bocca.

3. Ma hanno forza e tenacia

E mi ha insegnato che le bambine sono forti. Decise e tenaci. Che lottano per quello che desiderano, che si ribellano se qualcuno le ostacola. Tanto quanto i maschi.

4. L’amore non ha “genere”

Lo sospettavo già, in effetti. Ma da quando è nata mia figlia ne ho l’assoluta certezza: non è affatto vero che l’amore per un figlio maschio è “diverso”, o più intenso o più fisico. E anche una bambina piccola può venerare la sua mamma esattamente come aveva fatto suo fratello prima di lei, e che per una madre il legame fisico ed emotivo verso la sua bambina può non differire – nell’entità e nella sostanza – da quello per un figlio.

Verranno, probabilmente, gli anni della competizione inconscia nei miei confronti e dell’amore edipico verso il suo papà, ma in questi primi tre anni di vita in comune io e mia figlia siamo state quasi inseparabili. Più di quanto non sia accaduto con il suo fratello maggiore.

5. La sensibilità non è per forza femmina

figlia

Tra le cose che, senza saperlo, mi ha insegnato mia figlia, c’è il fatto che non sempre le bambine si commuovono, sono “più sensibili” o piangono quando sono emozionate. A casa nostra, per esempio, chi si emoziona fino ai singhiozzi (proprio come me) è mio figlio. Che è maschio tanto quanto io sono femmina.

6. Esiste anche la gelosia dei secondogeniti

Mia figlia, ancora, mi ha insegnato che anche i secondogeniti possono essere gelosi e insicuri. Aver bisogno di tempo e attenzioni esclusive, per sentire di essere importanti e unici. Perché non importa se hai dovuto condividere con un fratello amore, tempo e attenzioni dei tuoi genitori fin dal primo giorno della tua vita: a volte hai bisogno di sentirti speciale e di essere rassicurato.

7. Sì, ad alcune bambine piace il rosa: pink power!

E mia figlia mi ha insegnato anche che ad alcune bambine, come a lei, piace il rosa. E i glitter, le corone da principessa, il tulle e i braccialetti di perline. Ma questo non le rende frivole, o fragili, o “leggere”. Rivela solo il loro bisogno di affermare la propria identità, anche attraverso certi stereotipi esteriori.

8. Bisogna avere consapevolezza di sé

Avere una figlia mi ha aperto gli occhi sul modo in cui tendiamo a crescere le bambine, sul modo in cui io stessa sono stata cresciuta oramai quasi 40 anni fa. Su quanto poco ci sforziamo perché le piccole donne crescano fin da subito con la necessaria consapevolezza di sé e del proprio corpo. Con la convinzione che nessuno dovrebbe toccarle (baciarle, dare loro dei pizzicotti, fare loro il solletico) se a loro non va. Un fatto che è vero anche per i maschi, in effetti, ma che per le bambine mi sembra ancora più determinante.

9. Non ci sono solo le bambole

Mia figlia adora le bambole di pezza e i pupazzi di peluche. Li accudisce, li coccola, li “alimenta” e li lava. Ma ama anche le costruzioni, le astronavi e la plastilina. Perché nessun gioco è da maschi o da femmine, e i bambini hanno il diritto di sperimentare e conoscere il mondo con gli strumenti che preferiscono.

10. È mia figlia, ma non mi appartiene

Una delle cose che mi ha insegnato mia figlia, a pensarci bene, la sapevo già, perché ci aveva pensato suo fratello a farmelo capire prima di lei. Anche se Flavia mi è cresciuta dentro per nove mesi, anche se l’ho partorita, allattata e portata in fascia a lungo, anche se io e lei ci somigliamo come due gocce l’acqua, lei non è me. E non mi appartiene. La sua vita, i suoi gusti, le sue aspirazioni e le sue paure sono suoi e non miei. Io sono chiamata soltanto ad accompagnarla, a sostenerla e a guidarla finché ne avrà bisogno. Ad amarla, senza se e senza ma.

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