Ho odiato essere incinta. So che non dovrei dirlo perché avere un bambino in grembo è un dono prezioso che molte donne desiderano, però io l’ho odiato. Entrambe le volte“.

Comincia così la storia di Jade, una donna che ha condiviso sul sito Love What Matters la sua storia. Un racconto che dipinge una realtà ben lontana dagli orizzonti rosei della maternità, ma che non fa di Jade una “mamma sbagliata”. Ed è per chi si trova in una situazione simile che la sua storia può essere di supporto:

Odiavo il malessere che provavo dalla mattina alla sera. I farmaci anti nausea erano i miei migliori amici. […] Odiavo l’aumento di peso. Non mi avrebbe infastidito troppo se fossi sembrata una donna incinta di 9 mesi già dall’inizio. Ma quel lento aumento di peso che fa sì che le persone si domandino se sei incinta o se ti sei sbafata tutti i carboidrati che sei riuscita ad avere tra le mani è stato un vero killer della mia autostima.

Ho odiato essere sempre accaldata. […] Ho odiato non riuscire mai a trovare una posizione comoda. In auto, sul divano, nel letto… lottavo per trovare dei modi per rilassarmi che mi consentissero anche di respirare, senza farmi sentire tirare o far male diverse parti del corpo, perché, lascia che te lo dica, ti fa male tutto quando sei incinta. Detestavo non poter mangiare sushi, o una vera insalata di pollo, o il formaggio erborinato, perché erano le tre cose che desideravo di più (anche se potrei aver ceduto un paio di volte…)

Se per molte donne le normali rinunce del periodo della gravidanza, alimentari e non solo, non causano particolari difficoltà, per Jade ogni cosa ha assunto dimensioni più grandi, a partire dagli esami da fare durante i 9 mesi:

Odiavo gli esami del sangue, e non fatemi parlare della curva glicemica. Qualsiasi esame che comprende la vista del sangue e il sapore di quel che può essere descritto come un’aranciata ormai sgasata dovrebbe essere riservato ai peggiori criminali. Non a un’inerme, giovane donna che si sentirà svenire e poi vomiterà per tutta la stanza d’aspetto. In tutta onestà, li avevo persino avvertiti che stava per succedere.

Per Jade anche i gesti quotidiani sono diventati, soprattutto nella fase finale della gravidanza, particolarmente difficili e fonte di disagio:

Detestavo sentirmi così sopraffatta ed esausta dopo aver fatto qualcosa di così semplice come mettermi le scarpe. Far crescere un bambino nella tua pancia è un lavoro duro. Non ero preparata a quanto sarebbe stato difficile. Però devo dire che non mi dispiacevano i sonnellini pomeridiani. Vorrei avere indietro tutti quelli che non ho sfruttato all’epoca per riscuoterli ora… un suggerimento per te, caro marito.

Se alcune donne non si ritroveranno nel racconto di Jade, per altre davvero la gravidanza può essere un periodo particolarmente difficile, emotivamente e fisicamente.

Più di tutto, odiavo l’attesa. Non c’era niente che desiderassi di più di tenere i miei bimbi tra le braccia. La gravidanza sembra durare un’eternità per una mamma che vuole solo stringere quel dolce neonato al collo e amarlo con ogni fibra del suo essere. Desideravo annusare le loro testoline, e il loro respiro al sapore di latte. Volevo contare le piccole dita delle mani e dei piedi e cantare una ninna nanna rilassante alle loro piccole orecchie. Non c’è niente a questo mondo di più dolce che stringere una preziosa nuova vita.

jade north con i figli
Foto: jade north@love what matters

Perché le sensazioni anche negative dell’essere incinta sono una cosa, ribadisce Jade, ma essere mamma è un’altra storia:

Ho odiato essere incinta, è vero. Ma non ho mai odiato neanche per un secondo essere una mamma. Che dolce ricompensa è stata per quei 9 mesi di sofferenza.

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