Mio marito e io abbiamo deciso di cercare un secondo figlio lo scorso marzo. Abbiamo sempre desiderato che i nostri figli fossero vicini di età. Il mese dopo non mi sono arrivate le mestruazioni. Ho fatto un test ed eccolo lì: positivo“.

Il racconto dell’inizio di una gravidanza come tante, che, però, ha avuto un’inattesa battuta di arresto. A raccontare la propria storia è Berkley Johnson, 21enne di Las Vegas, al sito Love What Matters.

Eravamo entusiasti di riprendere il viaggio della gravidanza ancora una volta, e di avere due figli sotto i due anni. Ho deciso di chiamare il medico quando ero intorno alle cinque settimane di gravidanza per fare tutto ciò che andava fatto. La ginecologa ha prenotato un’ecografia a ultrasuoni per la settimana seguente. Eravamo felicissimi di poter vedere nostro figlio sullo schermo e forse anche sentire il battito del suo cuore. Durante la visita ero nervosa. La ginecologa ha fatto l’ecografia a ultrasuoni, poi ho sentito le parole devastanti: ‘Qui non c’è niente’. Mi ha detto che avevo avuto una gravidanza senza embrione. Significa che c’è il sacco ma non si trova nessun feto al suo interno. Ero scioccata. Mi ha detto di prendere una pillola per indurre l’aborto e di tornare due settimane dopo per fare un nuovo controllo per essere sicura che tutto fosse finito.

La diagnosi per la giovane donna è di una camera gestazionale vuota, una condizione che è causa di molti aborti precoci spontanei. Continua Berkeley:

Il giorno seguente ho preso la pillola e ho subito iniziato a sanguinare e ad avere crampi. […] Due settimane dopo sono andata di nuovo dal medico. Le ho chiesto se avrei fatto nuovamente l’ecografia e gli esami del sangue, ma lei mi ha detto che non ne avevo bisogno. ‘Volevo solo sapere come te la stessi cavando emotivamente‘, mi ha detto. Mi è sembrato molto strano. Sono passate alcune settimane e il sanguinamento si era quasi interrotto, ma sapevo che qualcosa non stava funzionando. Il mio corpo si sentiva ancora in gravidanza, e mi sentivo sottosopra. Ho deciso di chiamare un’amica ginecologa e le ho spiegato la mia situazione, così mi ha fissato un appuntamento per alcuni esami. Sono entrata nello studio e ho spiegato a tutti cos’era successo, e loro erano piuttosto confusi: non capivano perché il mio medico non mi avesse fatto ulteriori esami. La mia amica mi ha prelevato il sangue, poi mi ha detto che mi avrebbero chiamata per darmi i risultati delle Beta hCG.

La donna racconta poi come i valori delle Beta fossero particolarmente alti per una gravidanza “senza embrione“:

Ero molto spaventata. A quel punto i medici non sapevano più se si trattasse di due gemelli, di una gravidanza extrauterina o di chissà cos’altro. Sono corsa in ambulatorio, mi hanno fatto l’ecografia transvaginale e eccolo lì, un feto di 6 settimane. Sfortunatamente non c’era più battito. Non so spiegare la devastazione che ho provato in quel momento. Non capivo come il mio medico avesse potuto non vedere nostro figlio agli ultrasuoni. Il giorno seguente il mio corpo era pronto a lasciare andare il feto. Ero molto arrabbiata, ferita e confusa. Ho cercato per vedere se fosse accaduto ad altri e ho trovato racconti di altre persone che avevano avuto diagnosi sbagliate di aborto.

In alcuni casi infatti la camera gestazionale può risultare vuota al primo esame ecografico a causa di un’errata datazione dell’ovulazione, che si verifica in una data successiva a quella presunta e la gravidanza risale quindi a un’epoca più recente. Per questo motivo viene effettuata di routine una seconda visita (solitamente a distanza di una settimana dalla prima) per confermare la diagnosi iniziale oppure smentirla: sono davvero rari i casi in cui una gravidanza non viene riconosciuta o in cui viene effettuata una diagnosi negativa sbagliata.

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Foto: LaLa Photography@Love What Matters

Oggi, racconta ancora Berkeley “Alcuni giorni mi sento molto giù, altre volte mi sento meglio, a volte mi dico che è colpa mia perché non ho fatto un secondo controllo, a volte, invece, mi sembra ancora come se non fosse successo niente“.

Berkley ha deciso di condividere la sua storia, spiega, “per diffondere la consapevolezza a richiedere un secondo parere medico, e a fidarsi del proprio istinto. Speriamo che questo possa evitare che altre coppie passino quello che abbiamo passato noi“.

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