L’isterosalpingografia è un esame radiologico dell’utero e delle tube necessario per verificare la pervietà delle vie genitali, la loro morfologia e l’eventuale presenza di lesioni patologiche. Consiste nell’iniettare attraverso la cervice uterina un mezzo di contrasto opaco e nell’eseguire una serie di radiografie per studiarne il percorso.

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Tale esame viene praticato frequentemente nella diagnostica per la sterilità e viene impiegato anche per studiare la causa di aborti ripetuti. Deve essere eseguita preferibilmente nella prima parte del ciclo (normalmente dal 1° al 14° giorno) per evitare che l’immissione del liquido di contrasto all’interno dell’utero possa interferire con una eventuale gravidanza in fase iniziale.

Nel documentare l’aspetto della cavità uterina, l’isterosalpingografia può evidenziare la presenza di fibromi sottomucosi che alterano la cavità stessa. In caso di fibromi in prossimità degli angoli tubarici l’isterosalpingografia può evidenziare l’eventuale occlusione delle tube.

È un esame a volte doloroso e non privo di complicazioni. Durante l’esame la donna è stesa con i piedi posizionati come per eseguire una visita ginecologica. Uno speculum viene inserito in vagina per mantenere le pareti vaginali divaricate e consentire la visualizzazione delle cervice. La cervice viene detersa e potrebbe essere iniettato un anestetico locale; quando viene eseguita l’anestesia si può sentire una sorta di puntura o un lieve dolore. Viene poi posto sull’addome un apparecchio radiografico che consente allo specialista di verificare su un monitor il percorso del mezzo di contrasto all’interno del corpo; questo passa lentamente nell’utero e nelle tube di Falloppio attraverso il sottile catetere. Dura all’incirca 20 minuti e dopo l’esame non si è in grado di guidare. Per ridurre il fastidio si può prendere un antidolorifico.

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Molte donne presentano lievi effetti collaterali dopo aver eseguito una isterosalpingografia; questi non sono importanti e nella maggior parte dei casi scompaiono dopo un paio di giorni. Gli effetti collaterali possono consistere in perdite vaginali vischiose quando parte del fluido fuoriesce dall’utero, sensazione di vertigini, crampi, debolezza o nausea, lieve sanguinamento vaginale.

Solitamente non si manifestano gravi problemi; nel caso in cui questi si presentassero, potrebbero comprendere una reazione allergica al mezzo di contrasto, una lesione dell’utero od un´infezione pelvica, nel qual caso occorre chiamare un medico se si hanno sintomi quali vomito, debolezza, severi dolori addominali o crampi, cospicuo sanguinamento vaginale, febbre o brividi.

Solitamente non viene eseguita se una donna è incinta, se ha una infezione pelvica, se è allergica al mezzo di contrasto utilizzato nella procedura o se presenta un consistente sanguinamento uterino.

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