Anonimo

chiede:

Sono alla 34 settimana di gestazione e ca un mese fa ho
effettuato
una colposcopia in quanto avendo avuto hpv, e sentendo delle
escrescenze
all’ingresso della vagina, ho temuto il ritorno dell’infezione. La
mia
preoccupazione è stata confermata. Il gin che mi ha visitata mi ha
tranquillizzata sul fatto di poter effettuare il parto naturale, che
desidero profondamente, la ritengo una esperienza che bisogna fare. Il
mio
gin è indeciso sul da farsi dati i pareri discordanti sull’argomento.
L’hpv
è situato sul collo dell’utero e da ciò che ho potuto vedere è sullo
stesso
livello del collo, non ci sono escrescenze. Si trova fuori dalla zona
di
trasformazione. Non ho altri dati per far capire se è un ceppo
altamente
infettivo o meno, mio marito non ha alcuna evidenza, spero che non sia
stato
contagiato se è così lo spero anche per la mia bimba. la domanda
infine è
questa sono al corrente dei rischi che potrebbe correre la bimba, come
sono
cosciente del fatto che c’è la possibilità che sia già stata
contagiata,
posso esigere in ogni caso il parto naturale oppure mio malgrado se il
gin lo richiede sono costretta a fare un cesareo (che non annulla i rischi
del
contagio, come non è detto che venga contagiata attraverso il canale
del
parto, come ho letto su diversi siti)? Desidero solo avere un’altra
opinione
e essere messa a conoscenza se posso firmare un qualche documento che
sollevi la struttura dove andrò a partorire di ogni responsabilità,
giacché
esiste un modulo per il consenso al cesareo?

Se esiste un pericolo di vita per la madre o per il feto non esiste
problema di consenso informato: è il curante che decide secondo la
propria coscienza. Se invece si dovesse trattare di un parto senza
urgenza, con rischi entro la media, allora sarebbe necessario il
consenso informato e la madre potrebbe decidere per un parto normale,
senza però escludere in caso di estrema necessità (rischio di vita per
madre o feto) il ricorso al Taglio Cesareo. Saluti

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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