Anonimo

chiede:

Gentile Dottore,
Le sarei grata se potesse fornirmi ulteriori chiarimenti riguardo alla seguente questione. Ho 33 anni e sono alla prima gravidanza (31° settimana). Lo scorso settembre, nel corso di una serie di esami fatti in previsione di una futura maternità, è emerso che io, di gruppo sanguigno A+ (sistema ABO A; sistema Rh Positivo; sistema Kell kk; fenotipo ccDee) risulto positiva al test di Coombs indiretto. Il risultato completo è: Coombs diretto negativo; Coombs indiretto: su siero fresco Pos ++- su siero scomplementato Pos +– identificazione anti-Cw titolo 1:4. Considerata la mia precedente storia clinica, i medici del servizio di immunoematologia dell’ospedale della mia città, che seguono il mio caso, hanno concluso che si tratta di un probabile anticorpo “naturale” di tipo
IGM. Infatti io non ho subito nessuna trasfusione, e non ho avuto nessuna gravidanza e nessun aborto. Solo nel 1998, in un periodo di forte stress psicofisico, ho avuto un ritardo mestruale di 30 giorni che avrebbe potuto significare un possibile concepimento ed un possibile precocissimo aborto sebbene, date le misure anticoncezionali assunte, tale ipotesi è remota. Comunque, anche ammesso che di questo si fosse trattato, secondo la mia ginecologa tempi così brevi non avrebbero consentito la formazione dell’anticorpo in questione. A dire il vero, io ho anche fatto presente che all’età di dieci anni ho avuto la mononucleosi infettiva e che mia madre ha gruppo sanguigno Rh -,
presunto sistema ABO A, ma i medici non hanno considerato rilevanti le
due cose; piuttosto, hanno ritenuto opportuno esaminare il gruppo sanguigno
di mio marito (sistema ABO 0; sistema Rh Positivo; sistema Kell Kk; fenotipo CCDee). In conclusione, dopo un’iniziale perplessità, i medici mi hanno ampiamente rassicurato riguardo l’insorgere di complicazioni in una futura gravidanza dicendomi: 1) trattandosi probabilmente di un anticorpo naturale di tipo IGM, e quindi di un anticorpo grande, questo non penetra nella placenta e non può nuocere al feto; 2) si tratta di un anti-Cw, anticorpo che non crea particolari problemi (a
differenza dell’anti-D); 3) il titolo è molto basso (1: 4) e quindi non crea particolare allarme. Gli stessi dottori mi hanno comunque raccomandato, una volta rimasta incinta, di effettuare periodicamente questo esame in modo da verificare un eventuale innalzamento del titolo. A gennaio di quest’anno scopro di essere incinta e da allora ripeto regolarmente il test di Coombs indiretto. Nel corso di questi mesi è stata registrata una progressiva diminuzione del titolo: a gennaio era ancora
1:4, a marzo era 1:2, a maggio ed a giugno era 1:1. L’ultima volta il medico mi ha ulteriormente rassicurato dicendomi che il titolo è talmente basso da essere quasi indosabile e quindi, non rappresentando alcun rischio per
la gravidanza, non mi ha consigliato ulteriori precauzioni in vista del parto. Pur nutrendo fiducia nei medici che mi seguono, mi sentirei più tranquilla se potessi avere il suo parere sulla questione o nel caso, ricevere da
Lei indicazioni su centri specializzati in tale settore nella mia regione (Puglia) o anche altrove. Mi scuso per essermi dilungata e La ringrazio anticipatamente dell’attenzione ricevuta e, in generale, del prezioso servizio che Lei ed i suoi colleghi prestate alle future mamme. Cordiali saluti

Gentile signora Elena,
mi pare proprio di non poter aggiungere nulla al suo caso, così diligentemente
seguito dai medici, che ha avuto la fortuna d’incontrare. Solo le voglio
suggerire di non ricercare altri pareri ma di aver fiducia in chi finora
l’ha assistita. Auguri

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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  • Ginecologo