Anonimo

chiede:

Salve dottore, le scrivo per chiedere informazioni riguardo alla morte in culla, perché quest’anno ho perso mio figlio dopo un mese che è nato, dove è nato sano senza nessun problema, ma durante quel mese io avevo notato che aveva sempre la testa che scottava, mentre il resto del corpo no, era di temperatura normale, e i medici che lo hanno visitato per quattro volte mi dissero che era normale, anche se per me non era normale perché lui non dormiva normale, non si sentiva nemmeno il respiro e le braccine non erano rivolte verso l’alto come le teneva suo fratello mentre dormiva. Ero sempre sul chi va là, in più quella mattina mi sono svegliata perché ho sentito che faceva un respiro strano, e il suo cuore batteva, ma non respirava più. Io ho provato a fargli anche il massaggio cardiaco mentre aspettavo che il 118 arrivasse, ma purtroppo non sono riusciti a salvarlo, anche se ci hanno provato per 45 minuti a rianimarlo, oltre ad averlo intubato sul divano di casa, dove il fratellino ha assistito tutta la scena… Ora la mia paura è che possa riaccadere, e volevo sapere se ora che mi è accaduto questo, i medici mi seguiranno di più e in che modo! E da cosa possa essere accaduto visto che era sano?! E il perché della testa sempre calda. Grazie

Cara mamma,
innanzitutto un grande abbraccio virtuale per la tragedia che vi ha colpiti e mi permetto di consigliarvi di richiedere un “appoggio” psicologico, soprattutto per il fratellino e per aiutarlo e aiutarvi, nel tempo, a elaborare quanto è avvenuto.
Per quanto riguarda le domande poste (testa calda e braccia), ci sono bambini che presentano queste caratteristiche. Le consiglio di contattare l’associazione SIDS Italia, ove può trovare qualche risposta alle sue domande per il futuro, ma anche consigli per il presente. Ricopio questo per quanto riguarda il fratellino: “I bambini sono sempre profondamente colpiti da una morte in famiglia. Dal momento che essi non possono capire o parlare della morte nello stesso modo di un adulto, può sembrare talvolta che la neghino e che la cosa non li riguardi. I bambini possono comportarsi male, avere incubi notturni, ricominciare a fare la pipì a letto, o presentare altri comportamenti che ormai avevano superato. Possono diventare riservati, taciturni, “appiccicosi”, o ridere senza motivo. I più piccoli non possono raccontare la loro tristezza e possono non capire anche le spiegazioni più semplici.
Non bisogna cercare di nascondere il proprio dolore in presenza dei figli. Condividere la sofferenza può rendere più semplice l’espressione della loro tristezza. Qualunque sia la loro età è importante che venga raccontata loro la verità nel modo più semplice possibile. Le spiegazioni dirette sono le migliori. Se viene detto che il bambino “è andato a dormire” o “è andato via/all’ospedale/a visitare qualcuno”, si può indurre la paura ad addormentarsi o a viaggiare. I bambini hanno costante bisogno delle rassicurazioni e dell’affetto dei genitori, ma ciò può essere estremamente difficoltoso per i genitori, soprattutto nei giorni immediatamente successivi alla morte del bambino. I bambini devono essere rassicurati che nessuno è responsabile della morte del bambino e che essi non rischiano di morire. Nello stesso modo si è potuto verificare quanto sia importante anche per loro sapere che altri bambini hanno dovuto subire questa stessa perdita.”

Per qualsiasi dubbio o problema mi può ricontare sia qui su gravidanzaonline che sulla mia mail personale afferrand@fastwebnet.it. Un Caro Saluto

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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