Anonimo

chiede:

Gentile dottoressa, sono mamma di due bambini di 2 anni e mezzo e
un anno. Nonostante dalla nascita del secondogenito abbiamo fatto di tutto
in famiglia per non suscitare gelosia nel primo bambino, questi ne ha
sempre un po’ sofferto. Un mesetto fa ho iniziato a fargli frequentare il
nido; il periodo dell’inserimento, quindi con la mia presenza, ha preso
subito confidenza con il nuovo ambiente, ma dopo, quando ho iniziato a
lasciarlo le cose sono cambiate. Pianti isterici fino a che, con il cuore
in gola, non chiudevo la porta del nido, allora con il suo ciuccio si
calmava (aggiungo che il fratellino era dai nonni, non con me). È durata una settimana, poi si è ammalato. Coincidenza o no da allora è
molto più capriccioso, nervoso, di notte si sveglia spesso e viene nel
lettone, picchia il fratellino, ma soprattutto ha iniziato a dirmi frasi
tipo “sei brutta, cattiva, non ti voglio”. Vuole venire sempre in
braccio, non sta più con le zie o con i nonni (salvo mia mamma, che in
effetti è l’unica persona che cerca).
Il mio quesito è questo: è il caso di riprendere il nido? O è meglio
aspettare settembre per la materna? Ho paura di fare qualche errore che
possa farlo soffrire troppo. Aspetto un suo parere. Grazie.

Cara signora, capisco i suoi dubbi e le sue difficoltà. Suo figlio soffre
per l’arrivo del secondogenito, probabilmente più per aver “perso” un po’ di
lei, ovviamente adesso impegnata anche con il fratello e non solo a
disposizione del primo figlio. La reazione del suo bambino è molto normale e
comune, è in cerca di conferme e rassicurazioni sul suo amore per lui, sul
fatto che lei è ancora la sua mamma e che non lo lascerà. I capricci, le
“regressioni” come tornare a dormire nel lettone, gli attacchi di “mammite”
(quando i bambini non vogliono più stare con altre persone che non siano la
mamma), grandi capricci al nido o alla materna sono molto comuni, non per
questo meno difficili da affrontare per il bambino, ma anche (e forse
soprattutto) per i genitori, perché vanno a toccare anche un po’ il senso di
colpa che li prende all’idea di aver fatto una sorta di cattiveria nei
confronti del primogenito facendo un secondo figlio. Immagino che molte
persone le abbiano consigliato qualcosa, a volte molto in contrasto tra
loro. Penso ci possano essere a grandi linee due filoni di pensiero: da una
parte i fautori della linea dura, che consiglierebbero di insistere con il
nido perché comunque il bambino deve imparare ad abituarsi alla nuova
situazione (la presenza del fratellino ed i cambiamenti nella routine
quotidiana familiare), e rimandare questa presa d’atto può essere solo
inutile se non dannosa. Ci sono poi, all’estremo opposto, altri che pensano
che un bambino abbia bisogno di essere rassicurato e che sia positivo che i
genitori gli diano queste rassicurazioni. Se il nido per lui è una
sofferenza che lei valuta davvero troppo forte, forse è il caso di
sospenderlo ed attendere che sia un po’ più grande e magari più pronto al
distacco, con l’entrata alla materna. Personalmente tendo a pensarla più in
questo modo, ma credo anche che nella decisione su come muoversi debbano
concorrere molti fattori: innanzitutto ovviamente il benessere del bambino,
ma anche l’organizzazione familiare. Se mandare al nido suo figlio è
indispensabile perché sia lei che suo marito lavorate e non avete altre
soluzioni, se pensa che comunque sia solo un rimandare il problema e che a
settembre la situazione si ripresenterebbe tale e quale, forse è meglio
provare a dare a suo figlio (e a voi genitori) ancora un po’ di tempo per
vedere se ci sono margini di adattamento al nido. In fondo un mese è anche
poco per poter vedere come si abitua. Qualsiasi cosa deciderete di fare,
permetta a suo figlio di esprimere la sua gelosia, ascoltandolo, senza
sgridarlo se dice cose cattive su di lei o sul fratello, ma accogliendo la
sua sofferenza e le sue difficoltà, confermando in ogni occasione la sua
presenza ed il suo amore immutato per lui, ma essendo ferma contro ogni atto
di violenza contro il fratello: ciò che deve essere chiaro al suo bambino è
che è compreso nella sua gelosia ed accettato come persona, ma che non sono
ammessi comportamenti scorretti o violenti verso il fratello, i genitori o
altre persone. Questo rassicurerà suo figlio, che si sentirà in diritto di
esprimersi ma sentirà anche che gli viene dato un limite a ciò che si muove
dentro di lui e che lui per primo ha difficoltà a gestire. Per il resto,
solo lei e suo marito potete decidere cosa è meglio per vostro figlio, se
tenerlo a casa e rassicurarlo, rimandando il momento del distacco a
settembre, o cercare di darvi altro tempo e insistere con il nido. L’importante,
qualunque cosa decidiate, è che vostro figlio senta sempre il vostro affetto
e il vostro esserci, nel suo essere ubbidiente e sereno, ma anche e
soprattutto nei suoi momenti di capricci, di sofferenza, di difficoltà.
Un saluto

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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