Anonimo

chiede:

Buongiorno, vorrei sottoporvi una situazione probabilmente di effimera importanza, ma che mi sta creando un po’ di preoccupazione. La mia bimba di due anni ogni volta che fa i capricci o che non accetta qualcosa inizia a gridare aiuto; ovunque ci troviamo lei grida ininterrottamente quella parola, tanto da far voltare chiunque. Questo non sarebbe un problema, ma vorrei trovare un modo per evitare questa situazione. Come posso fare per farle capire che non è bello quell’atteggiamento? Specifico che non va ancora all’asilo, inizierà a settembre, e penso che questo “problema” si risolverà. Grazie per il vostro aiuto

Salve, direi che meno importanza date a questo evento e più velocemente si risolverà. Mi spiego: le bizze ed i capricci a due anni sono una tappa naturale (e ahimè quasi obbligata) dei bambini, è il primo momento di costruzione dell’identità che avviene, come poi in maniera più strutturata in adolescenza, attraverso il no, il mettere in discussione i genitori e le regole. Ovviamente, a due anni ogni bambino lo fa con gli strumenti (pochi e rudimentali) che ha a quell’età. Generalmente, più il genitore è a disagio per la bizza, più il bambino sente che ha ottenuto l’attenzione che richiedeva e aumenta il volume della protesta. Infatti, i luoghi preferiti per queste “dimostrazioni di forza” dei bimbi sono situazioni sociali (in coda al supermercato, per strada quando si deve attraversare, di fronte a nonni e amici). Gridare la parola aiuto immagino vi faccia sentire mortificati e osservati da tutti, quindi credo che la vostra bambina abbia trovato la situazione ideale per farvi sentire a disagio e quindi sentire la vostra attenzione. In questo contesto vi dico che meno vi sentite a disagio quando lei chiama aiuto, più è facile che smetta di usare questo sistema per richiamare l’attenzione. Voi non la state nè maltrattando nè picchiando, quindi non vi dovete sentire a disagio di fronte agli sguardi degli altri che saranno di curiosità. Detto questo, le bizze non sono fini a se stesse, ma sono proprio una prova di forza per i bambini per esprimere la frustrazione di essere così piccoli in un mondo di grandi e di voler decidere qualcosa anche loro. Per questo le bizze non vanno zittite, ma ascoltate con tranquillità, stando accanto alla vostra bambina dicendole “lo capisco quanto sei arrabbiata perchè non puoi fare questo, o perchè non ti compriamo quello”: questo serve a lei per imparare a dare un nome a quel che sente (rabbia, frustrazione, tristezza…), sia a sentirsi accettata e amata anche quando esprime la sua contrarietà. Con la crescita piano piano imparerà, grazie al vostro aiuto, a reagire in maniera meno drammatica e catastrofica ai no, ai limiti e alle frustrazioni. Intanto voi fatevi trovare sereni e non vi preoccupate di quello che possono pensare gli altri di fronte alla vostra bambina che grida “aiuto!!!!”, siate voi il suo aiuto: aiuto a gestire la rabbia, aiuto a non sentirsi cattiva perchè fa scenate che in genere tutti disapprovano e che la fanno sentire sbagliata o cattiva, aiuto a imparare che ci sono limiti e regole: il nido le sarà di aiuto in questo percorso di crescita. Cordiali saluti

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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