Anonimo

chiede:

Buongiorno, sono la mamma di un bimbo di 15 mesi, lavoro con un
contratto a
tempo indeterminato, full time (CCNL metalmeccanico VI livello, € 1.100
netti
al mese ca) dal giugno 2001 presso una società di consulenza di Roma, mi
occupo di Selezione, Formazione e Valutazione del Personale.
Il mio lavoro prevede orari molto faticosi e soprattutto trasferte
frequenti,
che ho sempre svolto senza problemi.
Attualmente la Direzione sta cercando di mandarmi via perché
preferisce non
avere madri nel proprio organico ma giovani consulenti che possano
lavorare
anche 12 ore al giorno senza battere ciglio, per questo mi manda
continuamente in trasferta per intere settimane.
Né io né mio marito siamo romani, quindi non abbiamo neanche l’aiuto dei
nonni, mio figlio va al nido dalle 8.30 alle 18.00 e poi sta almeno 2
ore con
la baby sitter, questo quando sono a Roma, la situazione si complica
quando
sono fuori.
C’è una legge che mi tuteli e che mi eviti le trasferte almeno nei
primi anni
di vita del bambino?
Se mi rifiuto di partire possono licenziarmi?
Grazie per l’aiuto

Salve, ritengo che il problema sia di natura sindacale con taluni
aspetti che “potrebbero” rivelare una costrizione di tipo organizzativo.
La invito a consultarsi con un sindacato o meglio con un avvocato
esperto di lavoro. Cordialità

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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