Anonimo

chiede:

Buongiorno, ho 42 anni e lo scorso 5 dicembre ho effettuato un’interruzione di gravidanza per appurata trisomia 21, prima tramite Prenatal Safe Test, poi confermata da
villocentesi. Ora sono nuovamente incinta all’ottava settimana. Gli esami a cui hanno sottoposto me e il mio compagno prima di rimanere nuovamente incinta erano a posto, inclusa la sua mappa genetica. Io ho già un altro bimbo di 9 anni, avuto da precedente rapporto, perfettamente sano. Ho qualche domanda in quanto l’attuale medico da cui sono in cura (un luminare dell’ospedale Niguarda di Milano) stamattina mi ha decisamente confusa dicendomi che la villocentesi nel mio caso serve a poco e niente e che l’unico esame davvero sicuro e che lui mi consiglia è l’amniocentesi. Ecco le domande: – Voi considerate il prenatal safe test attendibile? (nel mio caso precedente purtroppo lo è stato) – In caso affermativo, l’attendibilità dello stesso può essere inficiata da una relativa breve distanza rispetto al precedente test prenatale che era positivo? – Ritenete che la villocentesi non sia un esame diagnostico dai risultati sicuri al 100% e che invece lo sia solamente la villocentesi in quanto il primo analizza i villi mentre solo il secondo è in grado di analizzare, tramite il liquido amniotico, parti effettive del feto? Io a questo punto sono veramente confusa. Sarei propensa a ripetere il prenatal safe test alla 11sima settimana e a cercarne conferma di eventuale risultato positivo in una villocentesi… o pensate sia meglio che ascolti il luminare e aspetti direttamente di fare l’amnio? Ovviamente il problema sta nella tempistica: un conto è poter intervenire eventualmente alla 12sima settimana, altro conto è farlo dopo la 16sima, sia per metodo di interruzione che per ripercussione psicologica. Grazie per il vostro eventuale riscontro, mi tranquillizzerebbe un vostro consiglio.

Cara sig.ra,
in un certo senso la risposta se l’è già data: precocità ed importanza di avere una diagnosi, che sia una diagnosi e non uno screening (come quello fatto nella prima gravidanza). La villocentesi è oramai pratica abbastanza sovrapponibile in termini diagnostici all’amniocentesi, ma se fatta da mani esperte ed analizzata in laboratori di comprovata esperienza.
È vero che vi è un rischio abortivo maggiore rispetto all’amniocentesi, ma proprio per questo viene consigliata in casi particolari, ed a mio avviso il suo è uno di quelli (avere avuto una precedente esperienza positiva ed avere 42 anni). D’altra parte nella gravidanza esitata in aborto per sindrome di Down ha avuto la possibilità di avere una diagnosi rapida e precoce, senza dover arrivare alla 18a settimana di gestazione. Nella speranza di avere sciolto i suoi dubbi la saluto cordialmente.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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