Anonimo

chiede:

Ho 37 anni e io e mio marito stiamo seguendo le terapie per la fecondazione assistita già da un po’, ma ancora niente. Spesso mi sento sconfitta, come se non riuscissi a fare qualcosa di naturale, e sbagliata. Mi butto giù e, anche se mio marito prova a sollevarmi, continuo a pensare che forse dobbiamo arrenderci, anche se un figlio lo vorremmo davvero tanto. Non voglio però accanirmi e continuare su una strada che ci sta facendo più male che bene. Sono confusa e non so come comportarmi, lei cosa consiglia in questi casi?

Buonasera, mi dispiace non sapere il suo nome.
L’infertilità è una malattia caratterizzata dal vuoto: l’assenza del bambino desiderato, immaginato. Un lutto difficile da elaborare: perché non c’è la perdita di qualcosa di reale, ma di un qualcosa di proiettato nel futuro. Superare ed accettare la scoperta che un processo che si considera naturale ed ovvio (diventare genitori) sono due dei passaggi più difficili da affrontare per la coppia. È una scoperta quasi sempre inattesa e devastante.

La strada tortuosa della PMA è una prova di coraggio per l’uomo e la donna. Sia che si realizzi il sogno di diventare genitori sia che questo non avvenga, la coppia ridefinirà il suo stare insieme.

La lunghezza dell’iter diagnostico, gli insuccessi, la sensazione di essere espropriati della propria intimità può portare al calo del desiderio e ad un’ansia da prestazione che rovina la parte emozionale, romantica e sessuale del piacere. Le emozioni che prova sono comprensibili e giustificate dal percorso che avete deciso di intraprendere. Da una parte scrive che desiderate tanto un figlio ma dall’altra è stanca di questo percorso. Le chiedo, avete mai valutato altre opzioni? Come ad esempio l’adozione.
Non posso suggerirle cosa fare, deve parlarne con suo marito, capire se la sofferenza e la difficoltà del percorso che avete scelto è una condizione che siete disposti a “pagare” sulla vostra pelle (come coppia, come uomo e donna) pur di avere un bambino. Nessuno può indicarvi la strada giusta. Mi sento di consigliarle un percorso da un collega (spero siate già seguiti) che saprà accompagnarvi e supportarvi nei vari step che affronterete.

Le faccio un grosso in bocca al lupo, non esiti a contattarmi per altre domande.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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