Anonimo

chiede:

Gentile Dottore, ho 32 anni (33 ad agosto) e sono alla mia prima gravidanza: 14^ settimana. Alla prima visita il mio ginecologo mi ha consigliato l’amniocentesi, pur non essendoci in famiglia (né nella mia né in quella del mio compagno), casi di malattie genetiche e/o ereditarie, motivando il consiglio con l’avvicinarsi dell’età a rischio. Le analisi fatte finora (toxoplasmosi, citomegalovirus, rosolia ecc), sono tutte ok, giusto un pò di cistite. Parlando con amiche più o meno coetanee e già madri e con il mio medico di famiglia è emerso un coro di no all’amniocentesi, in quanto ritenuta troppo invasiva per quello che è lo stato delle cose. Le comunico inoltre che il mio ginecologo mi ha consigliato l’amniocentesi in maniera diretta senza farmi fare la translucenza nucale, bitest o tritest (quest’ultimi sono ancora in tempo a farli). Cosa ne pensa? Non voglio rischiare una gravidanza per un eccesso di prudenza non supportata da una reale necessità. Grazie,

Cara Barbara, come ho più volte sottolineato, la decisione se effettuare o meno manovre diagnostiche invasive, non dovrebbe essere del curante e di nessuna altra persona al di fuori della coppia. I figli infatti sono dei genitori, e la decisione a riguardo deriva dal credo e dal modo di pensare dei genitori stessi. Compito del medico è di fornire tutte le informazioni necessarie ed un indice di rischio per cromosomopatie, (calcolato in base alla Translucenza, alla valutazione delle ossa nasali, alla valutazione del flusso nel dotto venoso), e confrontarlo con il rischio di complicanze che derivano dalla amniocentesi. I genitori decideranno poi quale rischio accettare e questo vale a 18 anni come a 50. Un saluto

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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