Anonimo

chiede:

Buongiorno,
scusate il disturbo, ma sono in Thailandia da sei mesi e qui capirsi con i dottori non è semplice e desidererei avere alcune informazioni: sono con una compagna del luogo della quale ho scoperto solo ora avere l’epatite B. Io dopo 5 mesi di convivenza con lei credo di avere avuto contatti a rischio di ogni tipo, ho fatto l’esame accurato e preciso in merito, ma risulto negativo ed ora ho già fatto il primo vaccino.
Bisogna tenere presente che in gioventù ho avuto l’epatite A. Per quanto riguarda lei sembra che ce l’abbia da sei anni, ma nonostante ciò il virus sembra in piena attività, ora le hanno fatto un esame particolare (così mi sembra di aver capito) dal quale si capisce se lei ha o meno la possibilità di infettare altre persone.

Domande: è possibile che lei abbia l’epatite b in atto ma che non sia infettiva.
Quanto tempo devo aspettare dal primo contatto per fare l’analisi ed essere sicuro di non averla presa anche io?
Dopo le 3 punture del vaccino posso essere sicuro di avere contatti con lei senza pericolo e dopo quanto tempo dall’ultima iniezione?
In caso di parto il figlio avrà la stessa malattia?
Grazie per le vostre future risposte le attendo con ansia

Gentile signore, cercherò di rispondere alle sue domande, nei limiti ovviamente delle informazioni che mi ha fornito. È possibile essere infetti dal virus della epatite B e non contagiare il proprio partner sessuale, ma questo dipende molto dal grado di attività replicativa del virus. Questa è valutata mediante il dosaggio del DNA del virus nel sangue (è forse questo l’esame particolare di cui lei parla?).
Quanto al tempo da attendere dall’ultimo (e non dal primo…) contatto sessuale, per essere “fuori pericolo” dall’infezione, questo dovrebbe essere di sei mesi.
Dopo il vaccino, per essere protetti, è necessario aver sviluppato una sufficiente risposta immunitaria nei confronti del virus. Questa è valutata mediante il dosaggio degli anticorpi anti-HBsAg, che lei può effettuare già a partire dalla seconda somministrazione di vaccino. Una volta raggiunti titoli idonei di tali anticorpi, può considerarsi protetto.
Per quanto concerne eventuali gravidanze, per quanto il rischio di trasmissione al nascituro esista, è basso e viene ridotto da misure profilattiche che ginecologi e neonatologi adottano in questi casi (somministrazione di immunoglobuline e vaccino al neonato). Spero di aver contribuito a dirimere i suoi dubbi. Cordiali saluti

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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