Anonimo

chiede:

Gent.mo dottore, le scrivo per denunciare una cosa che è a dir poco vergognosa. Sono incinta di 5 mesi e il mio desiderio è quello di
donare la mia placenta e il sangue del cordone ombelicale. A questa richiesta il mio ginecologo è apparso molto favorevole ma infinitamente dispiaciuto,
data l’assenza di strutture idonee (soprattutto la mancanza di “macchinari”), e questa è una situazione che copre quasi tutto il sud Italia. Ora io mi chiedo: la cosa più normale sarebbe che ogni donna (parlo del mio caso), dovrebbe poter fare queste donazioni in qualsiasi ospedale essa
partorisca! Sicura di essere in un ambiente attrezzato per questo genere di cose!! E
la cosa che mi da più fastidio è leggere sui giornali di quanto il sud sia
poco presente per le donazioni di questo genere! GRAZIE

Gentile Giorgia,
ho parlato di quest’argomento qualche mese fa in seguito ad un quesito
simile di una paziente della mia regione. In questo tempo ho ulteriormente
approfondito la questione. Deve sapere che la possibilità di donare il
sangue del cordone è affidata unicamente a iniziative personali, che variano
da luogo a luogo. In ogni caso si tratta di un qualcosa che si realizza per
pura volontà di alcuni, in quanto non esiste nulla di istituzionalizzato,
come invece accade per i centri trasfusionali. In sostanza il Servizio
Sanitario Nazionale non prevede nulla per il sangue del cordone. Allora cosa
accade: esistono delle banche in grado di accettare e conservare nella
dovuta maniera il sangue del cordone e in genere sono legati a centri
pediatrici per la cura delle leucemie. Se qualcuno si prende la briga di
organizzare e di far in modo che questo sangue venga raccolto nella dovuta
maniera e recapitato alla banca, la quale deve anche dare la sua
disponibilità in termini di orari e numero di campioni accettabili, allora
la cosa si realizza. Esistono centri come a Milano dove l’Adisco, che è
un’associazione di donatrici, ha addirittura organizzato la formazione delle
ostetriche in modo che siano in grado di raccogliere il sangue e la cosa ha
assunto carattere pressoché routinario. In molti ospedali d’Italia non
esiste ancora nulla del genere. Ed esiste nel mio ospedale una lodevole
iniziativa personale di un medico specializzando che si è offerto di fare da
tramite fra la Banca e la mia Divisione per raccogliere un certo numero di
prelievi. Vanno fatti dei controlli preliminari, seguite delle modalità e
rispettati degli orari, col risultato che la possibilità di donare il
cordone viene offerta solo a poche pazienti delle tante che lo vorrebbero,
le quali devono partorire in un determinato orario del mattino oltre il
quale la Banca non accetta più i prelievi. In definitiva pare di sentire “se
proprio lo volete fare, arrangiatevi voi!”. Lei ha ragione: è vergognoso.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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