Anonimo

chiede:

Salve, vorrei sottoporle il mio problema che da anni mi angustia e
mi fa sentire un vuoto e una profonda solitudine. La questione riguarda il
mio rapporto con la famiglia d’origine. Premetto che sono sposata ed ho una
splendida bimba di 4 anni. I miei genitori e i miei fratelli, da quando è
nata mia figlia, hanno dimostrato immaturità, gelosia ed egoismo. Mi spiego:
mia madre avrebbe voluto che fosse stata mia sorella maggiore a darle il
I nipotino. Infatti, quando ha saputo della mia gravidanza, non mi ha
cercata x 10 giorni oltre a non gioire con me della notizia e a non
dimostrare disponibilità durante la gravidanza e la maternità; sembrerebbe
che non abbia amore, fiducia e stima verso me, mi vede una “cattiva” madre;
mio padre mi vede ancora figlia e vorrebbe che stessi sempre a casa loro;
mia sorella si è comportata come se mia figlia fosse sua, non rispettando
me e mio marito, sentendosi lei la più importante; mio fratello minore ha
comportamenti infantili, guai a chi tocca mia madre, diventa pazzo. È evidente che
ci sono problematiche familiari irrisolte fra me e loro. Io vorrei
distaccarmene. Mio marito con la sua famiglia d’origine ha rotto i rapporti da
quando era adolescente, quindi è solo. Di fronte alle “scorrettezze” dei
miei si difende isolandosi e trattandoli con indifferenza. Io lo appoggio e
sto dalla sua parte, siamo cioè complici. Mia madre ha sempre preferito mia
sorella, la vede bella, intelligente, sicura di sè. Figuriamoci adesso che ha
avuto un figlio! A lei sono andati tutta la disponibilità, la comprensione, i
complimenti. Io ho sempre avuto un rapporto difficile con mia sorella: lei
prepotente, aggressiva, superba – io vittima passivo-aggressiva. Insomma, la
pecora nera della famiglia x intenderci. La mia voglia di autonomia è però
“impedita” dal desiderio di far frequentare i nonni e gli zii alla bimba
che, tra l’altro, ha un buon rapporto con la nonna e la zia. Loro pretendono
che siamo sempre noi a muoverci nel loro “territorio”; quelle rare volte
che vengono, ce lo fanno pesare. Insomma, non ci rispettano e non ci
accettano, sanno solo criticare. Vorrebbero solo mia figlia e alle loro
condizioni. Sono colpevolizzanti e difendono i miei fratelli, nonostante la
loro tracotanza, i quali, comunque, non hanno fatto nulla x riavvicinarsi
a me. Abbiamo cercato di far capire loro che ora ho una mia Famiglia che va
incoraggiata e non minacciata (se non siete come noi siete contro di noi e
farete solo terra bruciata.. ecco cosa dicono). Ho fatto 1 anno di
psicoterapia x capire dove sbagliavo. L’ho interrotta x motivi economici, ma
almeno mi sono messa in discussione! Come si fa a frequentarli x il “bene”
di mia figlia? X quanto mi sforzi, con loro si finisce sempre x litigare e
mia figlia assiste a tutto ciò! Che fare? Il mio desiderio di armonia
familiare è utopistico… la realtà è un’altra, purtroppo…

Carissima, non so se il suo desiderio di armonia familiare è utopistico,
certo è ancora lontano dal realizzarsi. Il quadro che mi descrive è
disarmante, e condivido appieno il suo quesito: come si fa a frequentare una
famiglia così per il bene di sua figlia? Credo che per trovare una risposta,
lei e suo marito dobbiate valutare alcune cose. Innanzitutto non sottovaluti
l’istintività dei bambini: giudicano le persone a pelle, sono capacissimi di
sviluppare simpatie ed antipatie anche feroci in base a quanto si sentono
amati, rispettati, ascoltati. Se sua figlia ha un buon rapporto con la nonna
e la zia, mi viene da pensare che queste si comportino in maniera corretta
con la piccola, senza parlare male di lei e di suo marito in sua presenza ad
esempio, altrimenti la bambina avrebbe già da un po’ manifestato
insofferenza verso queste persone.
Io credo che, se deciderà di continuare a mantenere i rapporti con la sua
famiglia, sia fondamentale che parli a sua figlia per spiegarle che a volte
tra adulti ci si litiga e ci si dicono cose anche spiacevoli, un po’ come
succede all’asilo. Questo aiuterà la sua bambina a capire di più la
situazione e a farle le domande che vorrà o si sentirà di fare. Quando sarà
più grande, e in grado di capire di più, potrà parlarle più ampiamente, se
vorrà, della storia della sua famiglia e dei rapporti che ci sono tra voi. È e sarà sempre e comunque anche la sua famiglia, ed ha tutto il diritto di
sapere e capire. Quello che può fare adesso è dividere i due aspetti della
situazione (i suoi rapporti con la sua famiglia e il rapporto di sua figlia
con nonni e zii). Deve fare due scelte, una come figlia e sorella, una come
madre. Per quanto riguarda il suo ruolo di madre, il mio invito più caloroso
è quello di evitare in ogni modo che sua figlia resti intrappolata negli
ingranaggi malefici di una guerra familiare che non la deve coinvolgere. Se,
al di là di tutto, quello che la bambina riceve dai nonni e dagli zii è
calore, affetto, rispetto, sarebbe davvero un peccato negarle questa
esperienza. Poi lei, come figlia e come sorella, deciderà come impostare i
rapporti con i suoi per soffrire il meno possibile delle dinamiche
dolorosissime che mi descrive. Ma dalle sue parole mi sembra che lei sia già
perfettamente in grado di separare la sua ferita di figlia dalle sue
responsabilità come madre.
Un caro saluto

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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