Anonimo

chiede:

Gli ultimi casi di cronaca (il sacerdote di Pomezia, oggi l’allenatore
di calcio di Roma) mi fanno porre questo problema: ci sono una serie di
figure alle quali i genitori stessi devono attribuire autorità
(insegnanti, sacerdoti, allenatori, etc). Come fare a spiegare ai nostri
figli che comunque queste figure sono sempre di “grado inferiore”
rispetto ai genitori, per cui è necessario raccontare tutto alla mamma
o al papà?
Immagino con orrore come queste persone convincano i bambini a non
raccontare nulla ai genitori, minacciandoli, agitando spauracchi di
vario genere etc. Immagino anche che i bambini possano sentirsi “in
colpa” per dover raccontare ai genitori dei comportamenti con il timore
di non essere creduti.
Ma mi chiedo anche come far capire ai bambini che certi comportamenti
non sono corretti? Mi sembra una violenza già dover “instillare” una
malizia che loro non hanno. Non posso dirgli “se il maestro ti tocca
devi dirmelo”!
Come fare? Grazie mille

Il problema della pedofilia è grave ma incombe sui bambini per fortuna solo
per un periodo preciso della loro vita. I pedofili sono infatti interessati
solo ai prepuberi: quando la pubertà comincia a mostrare i suoi segnali,
quell’interesse decade. Giova ricordare che la stragrande maggioranza dei
casi vede coinvolti uomini e che quasi sempre si tratta di persone
conosciute sia dalla famiglia sia dalla vittima, quindi le figure che lei
menziona sono effettivamente a rischio. Come fare a mettere sull’avviso i
propri figli, senza esagerare le loro paure? Intanto, la fiducia nei propri
genitori quali figure prevalenti è, in età prepuberale, ancora intatta e
questo facilita molto il dialogo e la eventuale ricerca di aiuto. Poi, un
efficace quanto discreto controllo sulle loro frequentazioni è importante,
per avere tempestiva conoscenza di eventuali situazioni anomale. Inoltre
incentivare, ma questo va costruito fin dall’infanzia, un buon dialogo
familiare che consenta ai figli sia di raccontare che di ascoltare i
racconti del quotidiano dei propri familiari, per imparare a condividere
insieme emozioni ed esperienze di tutti. Infine, non mostrare eccessiva
preoccupazione, per non istillare loro una prematura paura del mondo: il
rischio esiste, ma non occorre ingigantirlo ne è loro esclusivo compito
difendersene.
Saluti

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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