Anonimo

chiede:

Sono affetta da colestasi geavidica con enzimi epatici epatici e acidi biliari alti ma tenuti stabili con ursubil. Sono stata ricoverata e un ginecologo mi ha tolto questo farmaco, in quanto essendo stata colicistectomizzata da piccola, tale farmaco non avrebbe nessun effetto. I valori pero si sono triplicati. Vorrei sapere se è vera questa tesi che ursubil è utile solo se si ha la colecisti. Grazie di cuore.

Dott. Sandro Zucca

risponde:

L’epatopatia colestatica è una complicazione della gravidanza piuttosto importante, e si presenta circa in una gravidanza su mille. È caratterizzata da prurito tormentoso e insistente ed a questo sono rivolte le svariate terapie farmacologiche che nel tempo sono state proposte: tra queste l’acido ursodesossicolico (di cui lei cita un preparato commerciale) è quello che ha dimostrato la maggiore efficacia sul prurito e sulla normalizzazione degli acidi biliari che lo provocano, indipendentemente dalla presenza della cistifellea. Certamente possono essere valutate anche altre terapie – cortisonico, antistaminici, colestiramina – ma meno efficaci. Esistono anche rischi fetali in seguito alla colestasi gravidica, per cui è raccomandato uno stretto monitoraggio delle condizioni del bimbo, e l’induzione del parto una volta raggiunta la 38^ settimana o, nei casi gravi, anche alla 36^ settimana. Il parto infatti rappresenta l’unica reale terapia dell’epatopatia da cui lei è affetta, poiché viene eliminata la placenta da cui origina la grande quantità di ormoni che “ingolfano” il fegato.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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Specializzazione

  • Ginecologo