Anonimo

chiede:

Chiedo un consiglio, cercando di essere il più breve possibile. Ho
35 anni, ho una bimba di 5 anni la gravidanza è stata un po’ turbolenta. I
primi 3 mesi, fino alla 16 settimana circa, è andato tutto bene, poi la
ginecologa mi ha riscontrato un abbassamento del collo dell’utero (forse la
terminologia non è corretta) a 27mm e mi ha prescritto riposo e astinenza
dai rapporti fino alla 27 settimana, data del successivo controllo. Alla
27.6 settimana, nonostante il riposo e l’astinenza dai rapporti, il collo
dell’utero si era ulteriormente abbassato, fino a raggiungere i 24 mm. Quindi
dopo un tampone che attestasse che non vi era presenza di quella sostanza
che indica la possibilità di parto anticipato (dai referti di quel periodo
filiaretine negative, non si legge bene), mi prescrive riposo assoluto (a
letto) e un farmaco l’ADALAT. Continuo la terapia fino alla 37 settimana.
Nel frattempo alla 34 settimana ho delle perdite di sangue, in ospedale mi
dicono che va tutto bene, il collo dell’utero si è abbassato a 19mm ed è
chiuso allo 80%, secondo loro non c’è nessun segno che indichi un eventuale
parto pretermine. La mia bimba nasce alla 37 settimana (il giorno dopo aver
smesso di prendere il farmaco e aver sgarrato al divieto di alzarmi dal
letto) con rottura anticipata del sacco amniotico, conseguente induzione al
parto con ossitocina per mancanza di contrazioni,nonostante dilatazione di
3cm, che sono diventati 10 nel giro di pochissimo con l’ossitocina, senza
contrazioni se non quelle poco prima della fase espulsiva. Perdo molto
sangue, ma poi finalmente l’utero si contrae.
Torniamo alla domanda principale. Ad agosto dello scorso anno ho scoperto di
aspettare un secondo bambino, tutto è proceduto bene fino alla 16.5
settimana, giorno del controllo dal ginecologo, dopo tre giorni quindi alla
17 settimana, ho delle perdite di sangue rosso vivo, vado in ospedale e mi
dicono che non c’è nulla di cui preoccuparsi, mi dimettono il giorno dopo,
prescrivendomi riposo fino al controllo successivo. Le perdite continuano,
anche se di minore entità e rosso più scuro. Siccome non mi sento per niente
tranquilla chiamo il mio ginecologo, che decide di farmi un controllo alla
18.1 settimana; va tutto bene, non ci sono segni di quello che sarebbe
successo dopo. La notte stessa alla 18.1 settimana di gestione, si rompe il
sacco amniotico anticipatamente (completamente, non c’è più liquido), senza
contrazioni dolorose. Dopo 5 giorni di attesa e assoluto riposo in ospedale
per vedere se la fessura nel sacco si richiudeva, mi mandano per un consulto
in un altro ospedale, ma non c’è nulla da fare, nonostante il cuore del
bambino batta ancora si procederà all’espulsione del feto il giorno
seguente. Mi rispediscono a casa per aspettare l’indomani. Il pomeriggio
stesso alle 17 iniziano le contrazioni, la sera alle 20 si fanno sempre più
forti decido di andare in ospedale, alle 3.45 abortisco alla 18.5 settimana
di gestazione. Dopo la mia anamnesi, la mia domanda: sto cercando di avere
un altro bambino, vorrei sapere se secondo l’esperto esistono delle
similitudini fra le due gravidanze precedenti, se sì vorrei sapere se nel
mio caso è possibile un cerchiaggio preventivo alla 12-13 settimana di
gestazione, oppure esiste qualche altro metodo più appropriato (ad es. dei
farmaci). Secondo l’esperto, per questa eventuale nuova gravidanza dovrei
rivolgermi ad un ginecologo pìù esperto in poliabortività; tendo a
sottolineare che sono convinta che il mio ginecologo non poteva prevedere
nulla ed io ho ancora fiducia in lei, ma ora dopo due gravidanze
problematiche spero che si possa evitare una conclusione molto spiacevole.
Spero che qualche esperto risponda alla mia domanda perchè per me questo
consiglio è veramente importante (spero di essere stata sufficientemente
esaustiva nella descrizione degli eventi).
Grazie,

Cara Adele, anche se descrive in maniera circostanziata la situazione, non fornisce elementi importanti per un giudizio, anche perchè in casi come questi, è molto difficile retrospettivamente farsi una idea chiara, in quanto occorrerebbero alcuni elementi valutativi raramente in possesso dei pazienti. La maniera corretta per studiare il collo uterino in gravidanza è l’ecografia transvaginale. se nella prima gravidanza il collo era veramente raccorciato, potrebbe esserci, ma non necessariamente, una incompetenza cervicale. Non mi fornisce notizie sullo stato del collo nella seconda gravidanza. Direi che nel dubbio, un cerchiaggio potrebbe essere indicato. In caso di rottura prematura delle membrane, è anche indicata l’esecuzione di tamponi vaginali completi e di una eco TV ad alta risoluzione. Nel suo caso effettuerei anche

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

Fai la tua domanda Tutte le domande
Ti è stato utile?
Non ci sono ancora voti.
Attendere prego...

Specializzazione

  • Ginecologo