Anonimo

chiede:

Sono una mamma di 39 anni, mamma un bimbo che compirà 3 anni a gennaio
prossimo.
Le scrivo per un parere che spero mi aiuti a capire come agire. Vengo al
dunque.
Io e mio figlio siamo stati insieme quasi 24 ore al giorno da quando è
nato. Purtroppo i nonni materni sono a 100 km e i miei suoceri causa
lavoro non sono sempre disponibili. Io per scelta mia e di mio marito, ho
lasciato il lavoro (che ho intenzione di riprendere dal prossimo anno).
Mio figlio è legatissimo a me, mi adora, fino a poco tempo fa faticava a
legare coi bambini ma dai due anni ne è affascinato e incuriosito. Da
questa estate li cerca e ci si relaziona abbastanza, anche se all’inizio è
sempre titubante. In tutto quello che fa ha sempre bisogno di un po’ di
tempo per ambientarsi, come dico io non è un temerario deve studiare la
situazione, trovarcisi a suo agio, conoscerla e dopo allora va. E’ molto
sensibile e tenero.
Da due settimane frequenta l’asilo nido (alla materna l’avrebbero preso ad
aprile ed io ho voluto evitargli due inserimenti). Premetto che lo scorso
anno aveva iniziato il nido ma dopo 3 mesi a causa di frequenti malattie
ho dovuto ritirarlo (a dicembre 09 fu anche ricoverato al pediatrico e qui
mi diedero uno stop fino ad aprile).
L’inserimento la prima settimana è stato abbastanza buono. Crisi di pianto
nei primi 5-10 minuti e poi basta. Mio figlio non si fa consolare, neppure
da me, lo fa da solo, isolandosi un po’. Così la prima settimana è passata
abbastanza bene, anche a casa non ha dato segnali di nervosismo.
La seconda settimana è peggiorato. All’asilo diciamo bene ma quando sto
per andare via non mi vuole salutare, dice che è arrabbiato con me, e
piange disperato. A casa è nervoso, fa molte più bizze ed è terrorizzato
che io possa andare via. È un continuo ripetersi che la mamma torna
sempre. Una maestra dell’asilo nido mi dice che mio figlio è molto bravo,
educato. Però a volte gli viene il pensiero della mamma ed allora inizia o
a fare bizze o a lamentarsi. È come se lui non riuscisse a rilassarsi,
come se il pensiero di me lo ossessionasse.
Io lo rassicuro molto. Ancora non ho ripreso a lavorare per cui dopo le
ore di asilo lo tengo con me, lo porto al parco, giochiamo in casa, si va
a fare la spesa ecc.
Ma ho come la sensazione di aver sbagliato in qualche cosa, eppure non
sono una mamma ansiosa, lo lascio molto fare, gli sto vicino nelle sue
esperienze ma senza stargli addosso. È pur vero che per esigenze di vita
e di lavoro siamo molto io e lui, anche se non gi faccio mancare mai la
compagnia quando possiamo uscire. Mio marito torna la sera alle 19 ed i
nonni sono presenti un po’ a singhiozzo.
Dottore come posso aiutarlo? Non voglio che mio figlio si costringa ad
andare all’asilo per farci contenti, che si debba fare forza la dentro per
non sentirsi perso, per poi crollare emotivamente a casa.
Come posso aiutarlo ad essere sereno? Basterà il tempo? Ora è presto per
valutare, ma ci può essere una parola, un qualcosa detto o fatto da parte
mia che possa aiutarlo? Ho provato anche col gioco della scuola con i suoi
animali di gomma. Le mamme animali portano i cuccioli a scuola a giocare,
poi le mamme vanno a lavorare un pochino e poi tornano a
prenderli… sembrava funzionasse ma poi tutto è precipitato.
Spero mi possa aiutare.
Grazie infinite.

Cara mamma, potrebbe esser utile aiutare suo figlio a dar voce a ciò prova affinché possa sentirsi accolto e compreso. Potrebbe essere funzionale il gioco della scuola con gli animali di gomma a cui accenna, in cui sia lui a dar loro parola. Inoltre provi a riflettere non solo sulle emozioni di suo figlio ma anche sulle sue. Saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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