Anonimo

chiede:

Buongiorno, volevo sapere se a 31 anni è meglio che abbandoni
definitivamente l’idea di costruire una famiglia. A 28 sono stata costretta
ad abortire dalla persona con cui stavo, che non ho voluto più vedere (non
gli ho dato neanche la soddisfazione di sapere dove fossi in ospedale, né il
giorno, quella sera stessa ho portato via tutto dalla casa e sono scomparsa,
cambiando anche numero di cellulare).
Purtroppo condividendo uno studio con mio padre ho il terrore di essere
sbattuta sulla strada se rimanessi incinta, i miei genitori non vorrebbero
mai una cosa simile e così devo aspettare ogni anno che passa per farmi la
mia vita. Mio padre è un professionista molto conosciuto e tutti gli altri,
temendo la concorrenza, mi hanno fatto capire che non vogliono che io lavori
da loro, neanche per prova.
Dopo aver abitato 11 anni da sola, e poi con una persona che voleva un
figlio a tutti i costi, ma che aveva problemi di salute, sono andata via per
due motivi: con questi seri problemi di salute avrei avuto una probabilità
molto elevata di trovarmi con un orfano e di non sapere più come dargli da
mangiare, visto che per i miei genitori io non devo assolutamente desiderare
queste cose, gli dà fastidio e pertanto non ne ho mai parlato.
Gli anni passano e io sono convinta che queste cose vanno fatte prima dei 30
anni, me lo hanno ribadito anche in ospedale, ma io sono stata malissimo,
che cosa potevo scegliere? Se mi avessero buttata su una strada non avrei
potuto dargli da mangiare lo stesso.
Devo rinunciare continuamente a degli affetti, ad una famiglia che avrei
voluto molto, continuare a togliermi la possibilità di avere un futuro come
lo vorrei? Ormai credo di essere troppo vecchia (i 30 anni sono passati!) ed ho
ricominciato tutto daccapo, spesso vorrei aver avuto il coraggio e la forza
di oppormi a tutti quelli che non volevano questo bambino, mentre io lo
avrei voluto proteggere ed amare ad ogni costo, ma non ne sono stata capace,
viste le condizioni avverse. Il problema è che lo sarebbero sempre, i miei
genitori sarebbero schifati da me e resterei senza lavoro, e senza la
possibilità di lavorare da un’altra parte (a causa del nome conosciuto mi
sono spinta senza successo in tutta la regione, ma la mia vita non è
arrivata nonostante l’età: tutti mi hanno ripetuto inesorabilmente che io
sono “la figlia del tale” e pertanto “che cosa ci faccio là”).
Perché ho dovuto pagare un prezzo simile, avrei dovuto avere un figlio con
elevate probabilità di problemi come quelli della persona che ho lasciato, o
rischiare di essere sbattuta dai miei genitori su una strada a causa di una
decisione che a loro dà fastidio? A me diventare mamma non dà fastidio,
sarebbe stata una cosa bella, faticosa ma stimolante, ma nessuno intorno a
me la pensa come me, e ormai sono arrivata a un’età in cui è tardi, e i miei
reggono ancora le redini di tutto, e nonostante la mia comprovata bravura
nel lavoro, non sono ancora riuscita a crearmi il mio spazio per poter
prendere io le decisioni per me, né per conoscere (ma ormai a 31 anni non ce
ne sono più) magari una persona che ci tenga, con cui ci si capisca e che
abbia voglia di sperimentarsi anche come padre.
Qualcuno mi dica come posso fare per dimenticarmi per sempre di questi
desideri che non piacciono a nessuno e spesso vengono a galla.
Grazie!

Buongiorno,
mi sembra che la sua lettera contenga molte questione complesse e
fondamentali che ruotano intorno alla ricerca di una sua identità e di uno
spazio in cui far crescere i proprio desideri e dar spazio ai propri sogni.
Sono domande complesse, che non consentono una semplice e rapida risposta,
ma richiedono un lungo percorso, talvolta fatto anche di piccoli passi che
mira al raggiungimento di un’autonomia emotiva e, probabilmente anche
economica.
Nel suo scritto compaiono riferimento a delle figure maschili che, anziché
supportarla nelle sue scelte di vita, non le permettono di crescere. Forse è
proprio a partire da questa consapevolezza che può iniziare a cercare degli
spazi, anche piccoli in cui cominciare a darsi il diritto di trovare la sua
strada.
A 31 anni non si è vecchi!!! La maggior parte dei suoi coetanei vive ancora
in famiglia ed è alla ricerca di un compagno/a con cui costruire una propria
famiglia. Forse il sentirsi già vecchia è un segnale della difficoltà che
lei trova nell’iniziare questo percorso e nell’immaginare un futuro in cui
riporre i suoi desideri che sono più che legittimi.
Consideri l’opportunità di farsi aiutare, anche da un professionista, nel
caso in cui non riesca a sbloccarsi da questa situazione.
I miei migliori auguri,

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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