Laura

chiede:

Buonasera,
ho 19 anni e sono incinta di 15 settimane.
Con il mio compagno, assieme al quale convivo da due anni, sono spesso in conflitto a causa di incomprensioni sulla gravidanza, essendo per entrambi una nuova esperienza e forse anche perché siamo un po’ tesi, visto che tra 22 giorni ci sposeremo.
A volte però lui mi fa stare davvero male: ieri sera eravamo rimasti d’accordo che oggi sarebbe stato con me e domani, prima di andare a fare la spesa sarebbe andato con gli amici… però oggi gli ho chiesto se potesse accompagnarmi a consegnare delle carte in un posto che si trova in un quartiere abbastanza pericoloso e lui mi ha risposto di andarci da sola o di chiedere ad una mia amica perché lui doveva trovarsi con degli amici. Gli ho detto che non posso portarmi dietro un’amica così all’ultimo, oltretutto per cose che riguardano la gravidanza mentre lui si trova con gli amici e che da sola non mi sento sicura poi, visto che lui dice che io vengo prima delle altre cose, gli ho detto che così non mi sembrava affatto…
Non ha risposto e siccome era ormai un’ora che aveva il cellulare in mano finché gli parlavo sono scoppiata a piangere perché pareva che di quello che gli stavo dicendo non gli importasse niente e lui mi ha chiesto perché stessi piangendo con tono scocciato.
Gli ho spiegato che non mi sentivo considerata dato che era da un’ora che io parlavo e lui continuava ad usare quel cellulare, ma lui mi ha detto che mi stava ascoltando. Gentilmente gli ho chiesto se potesse mettere giù il cellulare, ma le chat, Internet e scaricare musiche erano più importanti… per cui dopo quattro volte che continuavo a chiedergli la stessa cosa cortesemente, sono esplosa. Lui ha detto “a volte vorrei che abortissi perché sei insopportabile“.
Non c’è frase peggiore da dire a una donna incinta infatti a distanza di ore questa frase mi suona ancora nelle orecchie, si è giustificato dicendo che mi vede agitata e che non ce la faccio più, ma non ha pensato che mi basterebbe un po’ di comprensione e collaborazione da parte sua e che in ogni caso quella frase era da evitare. Capisco che con l’arrivo di un bambino sia la mamma che il papà cambino psicologicamente, capisco che lui abbia paura di non essere un bravo padre, come mi ha detto, ma anche io ho delle paure tra cui l’andamento della gravidanza, il parto, essere mamma… però nonostante gli sbalzi ormonali, non mi sono mai permessa di toccare argomenti delicati riguardanti lui.
Come potrei fargli capire che come mi sento e le paure che ho sono normali? Ho provato in tutti i modi, anche la ginecologa e l’ostetrica gliel’hanno detto, ma lui pensa che l’abbiano detto solo perché c’ero io e secondo lui non è normale che io sia così sensibile e paurosa.
Grazie

 

 

 

Gentilissima Laura,
state vivendo un cambiamento importante della vostra vita (diventare genitori) ed è comprensibile avere delle paure: riconoscere una difficoltà a capirvi può essere un primo passo per cercare insieme di attivare un dialogo volto ad avvicinarvi e comprendervi sia durante la gravidanza che a seguito della nascita del bambino.
Dici: “come potrei fargli capire che come mi sento e le paure che ho sono normali?”: innanzitutto direi di provare a far parlare lui delle sue paure (“lui abbia paura di non essere un bravo padre, come mi ha detto”) e poi tu delle tue, in modo da condividerle e aiutarvi a vicenda; potrebbe essere inoltre utile leggere insieme un libro che vi piace sull’argomento che può essere un input per il dialogo e la comprensione reciproca.
I migliori auguri.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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