Durante la gravidanza il fabbisogno di ferro aumenta, ma può succedere di non riuscire ad assumerne sufficienti quantità con la dieta: il rischio associato ad una carenza di ferro nell’organismo è l’anemia, che, in gravidanza, può aumentare il rischio di parto prematuro o di basso peso del bambino alla nascita.

Per questo motivo il ferro è uno degli elementi che vengono tenuti monitorati durante la gestazione, con apposite analisi di laboratorio effettuate su campioni di sangue: la sideremia, cioè la presenza di ferro nella parte liquida del sangue, detta siero, e la ferritina, una proteina presente nel sangue.

Cos’è il test della sideremia e a cosa serve

Tra le principali funzioni del ferro si trova la produzione di emoglobina, che serve per trasportare l’ossigeno all’interno dell’organismo, attraverso il sangue. Il test della sideremia misura la presenza di ferro nel siero, e viene effettuato con un emocromo (esame del sangue) completo.

L’esame per la sideremia viene prescritto in caso si sospetti una carenza o un eccessivo aumento dei valori di ferro nel corpo.

Come si esegue il test della sideremia

Il test della sideremia si esegue su un semplice prelievo di sangue venoso. Per prepararsi all’esame si consiglia di digiunare per almeno 12 ore prima del prelievo e di non assumere integratori a base di ferro nelle 24 ore precedenti l’esame, poiché potrebbero alterare i risultati.

Quali sono i valori della sideremia?

La sideremia, come abbiamo visto, serve per quantificare la presenza di ferro nel sangue. Ogni laboratorio ha i propri valori di riferimento. In linea generale valori alti di sideremia indicano un eccesso di ferro nell’organismo che può portare ad un graduale accumulo negli organi, e, a lungo andare, provocare danni soprattutto al fegato, al pancreas e al cuore.

Valori bassi di sideremia, invece, possono indicare anemia, che si verifica in 3 gravidanze su 10, e compare soprattutto nel corso del terzo trimestre di gestazione.

L’anemia si presenta con sintomi generici, come forte stanchezza e spossamento, mal di testa, pallore, affaticamento. Nei casi più gravi si associa a tachicardia e ipotensione.

Un abbassamento dei valori della sideremia in gravidanza è fisiologico, proprio per la maggiore richiesta di ferro: il medico saprà interpretare i risultati e indicare eventualmente una terapia o, nei casi più lievi, alcuni semplici aggiustamenti nella dieta della futura mamma. Legumi, frutta secca e uova, ad esempio, contengono buone quantità di ferro.

Cos’è il test della ferritina e a cosa serve

Come anticipato, la ferritina è la proteina in cui viene immagazzinato il ferro nel corpo. Il test della ferritina serve per misurare la quantità della proteina nel sangue, indicando eventuali alterazioni.

La ferritina viene misurata generalmente tra la 28^ e la 32^ settimana di gravidanza, ed è un esame di routine per le donne in attesa di un figlio.

Come si esegue il test della ferritina?

Come per la sideremia, anche il test della ferritina si esegue su un campione di sangue, e spesso i due esami vengono richiesti insieme, e a questi si aggiunge l’esame della transferrina.

Per sottoporsi all’esame non è necessario il digiuno, anche se viene spesso richiesto.

Quali sono i valori della ferritina

La concentrazione di ferritina nel sangue, come riporta l’Istituto superiore di sanità, può variare secondo i seguenti parametri (che variano a seconda del laboratorio di analisi):

  • 24-336 nanogrammi per millilitro di sangue (ng/ml) per gli uomini;
  • 11-307 ng/ml per le donne.

È normale che, durante la gravidanza, i valori della ferritina nel sangue siano bassi: si tratta di un abbassamento fisiologico, che sarà valutato comunque dal medico per escludere la presenza di anemia.

Se i valori della ferritina invece risultano più alti del normale è sempre opportuno approfondire la situazione con il proprio medico, poiché un accumulo di ferro negli organi può danneggiarli.

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