Il funzionamento degli organi è regolato, tra gli altri, dal sistema endocrino. Si tratta di uno dei principali sistemi con cui l’organismo umano, come spiegato dalla Società Italiana di Endocrinologia, trasmette informazioni e controlla e coordina le proprie funzioni. Insieme al sistema nervoso si occupa di presiedere a una serie di funzioni vitali come la produzione e l’utilizzo di energia, il mantenimento dell’equilibrio tra i sistemi, la crescita staturale, lo sviluppo puberale e l’attività riproduttiva.

Tutto questo avviene mediante gli ormoni, sostanze chimiche prodotte dalle ghiandole endocrine e poi rilasciate nel flusso sanguigno in modo da raggiungere gli organi, le cellule e i tessuti dell’intero organismo.

Quella degli ormoni, quindi, è una realtà complessa e fondamentale per il corretto funzionamento di tantissimi organi. Per questo motivo la conoscenza della quantità, in eccesso o in difetto, di ormoni prodotta rappresenta un valido strumento per indagare diverse condizioni di salute. Il dosaggio ormonale risponde proprio a questo scopo.

Cos’è un dosaggio ormonale?

Con l’espressione dosaggio ormonale si indicano due realtà che hanno, ovviamente, per oggetto gli ormoni ma in una prospettiva differente:

  • Diagnostico – Indica il monitoraggio della concentrazione degli ormoni nel sangue con l’obiettivo di valutare il funzionamento degli organi, delle cellule e dei tessuti in oggetto.
  • Terapeutico – Indica la quantità di ormoni (sintetici o naturali) da impiegare in una specifica terapia sostitutiva in modo da correggere o regolare i livelli ormonali nel corpo.

Grazie al dosaggio ormonale (in senso diagnostico), si ha la possibilità di evidenziare quelle patologie e condizioni che determinano degli squilibri ormonali. Il dosaggio ormonale viene prescritto dal medico che segnala quali di queste sostanze chimiche analizzare sulla base dei sintomi riferiti dal paziente o su condizioni la cui causa potrebbe essere riconducibile proprio a un’anomalia nell’attività degli ormoni.

Quando si effettuano i dosaggi ormonali?

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Fonte: iStock

Data l’ampio coinvolgimento degli ormoni è possibile utilizzare il loro dosaggio nel sangue (effettuate mediante semplice prelievo) per la diagnosi e il monitoraggio di diverse condizioni. Tra le principali ricordiamo:

  • malattie della tiroide (come ipotiroidismo e ipertiroidismo);
  • problemi di fertilità;
  • disturbi del ciclo mestruale;
  • menopausa e andropausa;
  • disfunzioni sessuali;
  • cambiamenti nell’umore;
  • stanchezza cronica;
  • modificazioni del peso;
  • condizioni metaboliche (come il diabete);
  • funzionamento delle ghiandole surrenali.

Per ciascun dosaggio vengono individuati gli ormoni da analizzare e il medico indica anche le modalità di effettuazione del controllo in quanto la concentrazione degli ormoni può variare a seconda dell’orario, dell’alimentazione e di altre condizioni specifiche.

Tra gli altri il dosaggio ormonali è impiegato, insieme alle indagini strumentali, per la diagnosi di infertilità, sia femminile che maschile. Come riportato dal Ministero della Salute i dosaggi ormonali più frequenti richiesti dal ginecologo prevedono l’FSH, l’LH, l’estradiolo, la prolattina, il progesterone, il TSH, l’fT4 e l’AMH. Similmente per gli uomini il medico prescrive il dosaggio dell’FSH, dell’LH, del testosterone totale, dell’inibina B, della prolattina, dell’estradiolo, dell’SHBG, del TSH e dell’fT4.

Il ruolo degli ormoni nel concepimento

La fertilità, come anticipato, è condizionata dall’attività degli ormoni. Già il ciclo mestruale è regolato dagli ormoni: l’ormone GnRH, come riportato dalla Società Italiana di Farmacologia, stimola il rilascio degli ormoni FSH e LH che hanno il compito di stimolare la maturazione del follicolo fino alla rottura per il rilascio dell’oocita.

Contemporaneamente, sia le ovaie che l’oocita rilasciano gli estrogeni e il progesterone per preparare l’utero alla possibilità che un embrione si impianti al suo interno creando, come spiegato in questo studio, un ambiente endometriale adatto all’impianto e al mantenimento della gravidanza.

Se il concepimento e l’impianto avvengono, spiega il Cleveland Clinic, vengono prodotti ormoni che segnalano all’utero di mantenere il rivestimento (necessario per il nutrimento dell’embrione fino alla formazione della placenta) evitando che si sfaldi, impedendo di fatto le mestruazioni.

Con l’inizio della gravidanza vi è anche la produzione di un ormone, la gonadotropina corionica umana (hCG), che altrimenti non verrebbe prodotta, che ha lo scopo, come precisato dal Manuale MSD, di mantenere il corpo luteo e inibire l’ovulazione.

Per questo motivo in caso di sospetta infertilità il dosaggio ormonale può essere prezioso per individuare la causa responsabile e, parallelamente, valutare quale soluzione adottare per consentire una gravidanza.

I risultati del dosaggio ormonale: cosa fare dopo?

L’esito di un dosaggio ormonale non riporta un singolo risultato, ma l’insieme dei valori (un po’ come avviene per un esame del sangue) degli ormoni che sono stati analizzati. Livelli troppo alti o troppo bassi di uno o più ormoni devono essere letti con attenzione e contestualizzati nella realtà clinica del singolo paziente e valutati per capire la situazione.

È quindi il medico che utilizza questi risultati per procedere nella diagnosi e per individuare l’eventuale trattamento, o ulteriore approfondimento diagnostico, da prescrivere.

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  • Salute e Benessere