Per tachicardia si intende una frequenza cardiaca che a riposo è superiore ai 100 battiti per minuto (bpm). Già dall’inizio della gravidanza si ha un rapido aumento del volume ematico.

Solitamente l’aumento del sangue è di circa 1000-1500 cc alla prima gravidanza, mentre nelle donne che hanno avuto più figli si può arrivare anche ai 2000 cc, così come nel caso di gravidanze gemellari.

Chiaramente questo comporta un aumento del lavoro per il cuore. Dovendo pompare una grande quantità di sangue, superiore a quella solita, aumenta la sua frequenza, appunto la velocità delle contrazioni o pulsazioni del cuore misurate in bpm. E aumenta la sua gittata, il volume di sangue espulso dal singolo ventricolo cardiaco al minuto.

La tachicardia in gravidanza è una condizione comune soprattutto nella seconda metà della gestazione. Il picco di aumento di volume ematico si raggiunge intorno alla 34^ settimana.

Tachicardia in gravidanza: le cause

L’anemia è la principale causa della tachicardia in gravidanza, come spiga il dottor Ettore Cabiati, specialista in ginecologia e ostetricia:

L’anemia è un valore di emoglobina inferiore ai 10 gr/dl nella gravida, legata spesso a una carenza di ferro. È frequente verso la fine del secondo trimestre e poi nel terzo trimestre in quelle pazienti che mangiano poca carne o che non assumono sufficiente ferro.

Ci sono poi le cardiopatie precedenti già la gravidanza, continua il dottor Cabiati:

Per esempio la valvulopatia reumatica. Una volta era molto più frequente ed era determinata da un danno a livello delle valvole cardiache e da un’infezione delle tonsille o della faringe. Oggi in seguito al miglioramento delle condizioni igieniche delle nostre abitazioni e all‘accesso immediato a cure antibiotiche quando compaiono infezioni a livello della gola, queste cardiopatie sono molto meno frequenti. Ma ci sono anche delle cardiopatie congenite, quindi presenti già dalla nascita, che possono o meno essere state corrette in base alla loro gravità con intervento chirurgico.
Ci sono poi cardiopatie secondarie, oppure alterazioni del ritmo cardiaco, aritmie più o meno importanti, infezioni cardiache: in tutte queste condizioni il cuore materno, già in parte compromesso, deve ulteriormente aumentare la sua frequenza non potendo aumentare più di tanto la sua gittata. Ed ecco quindi comparire la tachicardia.

Altre cause di tachicardia possono essere legate a un’iperfunzione della tiroide o a malattie bronco-polmonari e asma. Fumo, stress emotivo, eccessivo consumo di caffeina e teina (quindi sostanze eccitanti) e l’uso di sostanze stupefacenti hanno certamente una loro influenza negativa.

Tachicardia in gravidanza: quando preoccuparsi?

Innanzitutto, come sottolinea il dottor Cabiati, la tachicardia va distinta dal cardiopalmo. Quest’ultimo definisce una sensazione soggettiva di palpitazione cardiaca che non deve generare eccessiva preoccupazione. Le due cose non devono essere associate necessariamente. Infatti:

Normalmente noi non sentiamo battere il nostro cuore, ma talvolta può succedere. Ecco, quello è il cardiopalmo, che però può essere presente anche in assenza di tachicardia.

I sintomi della tachicardia sono, oltre al cardiopalmo dunque la sensazione di sentire battere forte il cuore, anche l’affanno per sforzi modesti, le vertigini, la necessità di dormire con un rialzo e non proprio coricati.

Se la tachicardia persiste nonostante le cure o se dà un particolare disturbo alla paziente, il ginecologo può indirizzare verso una visita cardiologica e un elettrocardiogramma. In questo modo si può approfondire la diagnosi ed eventualmente correggere la terapia precedentemente instaurata.

Tachicardia in gravidanza: rimedi e cosa fare

La terapia della tachicardia in gravidanza è chiaramente legata alla causa scatenante, come spiega dal dottor Cabiati:

Se si tratta di un’anemia allora andrà trattata con del ferro, se si tratta di donne con precedenti cardiopatie si procede con riposo, evitando eccessivi sforzi ed eccessiva attività fisica. Se c’è una pressione alta andrà curata l’ipertensione e tenuta sotto controllo con misurazioni frequenti. È comunque buona norma evitare sempre l’abuso di sostanze eccitanti, ridurre il fumo ed evitare le droghe.

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