I sogni sono parte integrante della nostra vita (o quasi). Nonostante in molti al risveglio non li ricordino o abbiano solo una percezione vaga di quanto sperimentato, si tratta di un’esperienza comune e che potremmo definire fisiologica dell’attività cerebrale.

L’esperienza comune riferisce come i sogni in gravidanza diventino non solo più strani, ma anche più vivi e a volte addirittura veri e propri incubi. È interessante cercare di approfondire l’argomento andando a capire come cambiano i sogni in gravidanza e quali sono i sogni più comuni durante la gestazione.

Ma cosa sono i sogni? Da cosa sono influenzati?

Dal punto di vista medico i sogni, come spiegato dal Cleveland Clinic, sono delle immagini e delle attività mentali che si verificano quando si sta dormendo. In modo particolare i sogni sono più vividi durante la fase REM quando il cervello è molto attivo, si ha una temporanea perdita del tono muscolare, la frequenza cardiaca aumenta, la respirazione rimane calma e costante e gli occhi si muovono rapidamente dietro le palpebre.

In un’interessante tesi di laurea magistrale del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università degli Studi di Padova, si evidenzia come durante il sogno la mente è come se elaborasse e digerisse le tensioni interne trasformandole in contenuti più facilmente interpretabili. Il sogno, prosegue infatti la ricerca, ha il potere di creare contenuti che consentano al soggetto di porsi in ascolto di parti di sé.

Il portale WebMD distingue l’attività onirica in due tipologie: i sogni vividi e gli incubi. I primi sono quei sogni nei quali si è consapevoli di sognare, tanto da poterli addirittura condizionare. Si tratta di uno stato cerebrale che si verifica tra la fase REM e lo stato di veglia.

L’incubo può invece essere definito come un sogno negativo che il più delle volte si verifica a causa di un trauma, di una condizione di stress, una particolare tensione, un problema emotivo, l’assunzione di farmaci, l’utilizzo di droghe e uno stato di malattia.

Come cambiano i sogni in gravidanza?

Durante il periodo della gravidanza molte donne riferiscono che i loro sogni sono più realistici e a volte bizzarri. Questo avviene per diversi motivi. La donna durante le settimane di gestazione va incontro a una serie di cambiamenti importanti, fisici, psicologici, emotivi e ormonali (alcune ricerche, come riportato dalla Sleep Foundation, suggeriscono che l’innalzamento dei livelli di progesterone possa essere collegato all’aumento dei sogni vividi) che sviluppano nuovi contenuti che il cervello deve elaborare.

Le prime immagini del feto tramite le ecografie e i primi movimenti fetali creano nella donna elementi molto importanti con i quali confrontarsi. Se a tutto questo aggiungiamo la stanchezza, l’ansia e lo stress tipico della gravidanza, si può intuire perché durante la gestazione l’attività onirica è maggiore e più ricca. Non a caso all’inizio e alla fine della gravidanza, le fasi in cui ci sono i cambiamenti più rilevanti e carichi di tensione, le donne sperimentano sogni ricchi di timori e ansie.

Va poi considerato come il periodo della gravidanza esponga le donne a importanti cambiamenti nella qualità del sonno. La carenza di sonno è in generale una realtà che provoca modificazioni psicologiche, fisiologiche, cognitive e dell’umore; in gravidanza tutto questo viene esasperato con conseguenze anche sull’attività onirica.

I sogni più comuni in gravidanza

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Fonte: iStock

L’American Pregnancy Association riferisce come i cambiamenti dell’attività onirica in gravidanza si caratterizza non solo per l’aumento di sogni vividi e di incubi, ma anche per la capacità di ricordare i sogni in maniera più chiara e vivere sogni più intensi. Sembrano esserci delle costanti nei sogni che le donne vivono durante la gravidanza.

Le esperienze centrali che condizionano l’attività onirica sono legate alle questioni inerenti alla fertilità, la trasformazione del corpo, lo sviluppo del feto e le ansie legate al parto e alla maternità.

Tali costanti nei sogni variano da donna a donna e da gravidanza a gravidanza, ma ci sono degli elementi in comune a seconda del trimestre di gestazione. Il portale WebMD, per esempio, riporta come nel primo trimestre di gravidanza sono comuni i sogni a tema acqua e quelli sulla fertilità. Nel secondo trimestre, invece, i sogni più comuni sono incentrati su piccoli animali e altre raffigurazioni dei bambini. Nel terzo trimestre ci sono sogni più specifici sul bambino o legati ai viaggi e alle paure sul travaglio e il parto.

Molto comuni in gravidanza sono anche i sogni a tema sessuale, che sembrerebbero legati al concepimento del bambino.

Gli incubi in gravidanza

In uno studio pubblicato sulla rivista BMC Pregnancy and Childbirth, si segnala come le donne in gravidanza abbiano il doppio delle probabilità di fare degli incubi e che questi hanno prevalentemente come protagonista il bambino. Tra gli incubi più comuni e inquietanti ci sono quelli legati al partorire un animale (solitamente un cane o un gatto) o un oggetto inanimato.

Altri incubi frequenti sono quelli nei quali ci si dimentica del bambino (a casa o nel carrello del supermercato) o si inizia a partorire in un luogo pubblico magari vedendo fuoriuscire da sotto il vestito gli arti o la testa del bambino.

A conferma di come i sogni svolgano una funzione utile, ci sono studi che mostrano come le donne che avevano più incubi sul travaglio avevano poi parti più semplici e di minore durata.

Anche il feto può sognare?

A oggi non ci sono conferme che anche il feto sogni durante la vita uterina, ma ci sono diversi aspetti che sembrerebbero confermare questa ipotesi. Innanzitutto il feto trascorre la maggior parte del suo tempo dormendo e, oltretutto, attraversando anche fasi di sonno REM, ovvero quelle nelle quali si sviluppano di più i sogni.

Non è ovviamente possibile comprendere cosa sogni, ma è molto probabile che già da questa fase l’essere umano sviluppi questo tipo di esperienza.

Uno studio pubblicato su PubMed, invece, suggerisce un legame piuttosto sorprendente. Sembrerebbe esserci, infatti, un legame tra i sogni del neonato e la sindrome della morte improvvisa del lattante (la SIDS). I ricercatori spiegano come durante il sonno il cervello elabori la memoria immagazzinata. La memoria di un neonato è incentrata sulla sua esperienza fetale ed è quindi possibile che il neonato sogni ciò che ha vissuto nel grembo materno. La ricerca ha dimostrato come le immagini che sogniamo si associano ad azioni del corpo utilizzando i muscoli che rimangono attivi.

C’è quindi l’ipotesi che la SIDS sia l’effetto di un neonato che smette di respirare (come avviene fuori dall’utero) così come accadeva durante la vita uterina. A conferma di questa ipotesi ci sono i risultati di diverse ricerche che statisticamente i bambini vittime della SIDS hanno una frequenza cardiaca più alta e movimenti oculari rapidi, ovvero due elementi che suggeriscono che il neonato sta sognando.

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