Dolore pelvico cronico, sono in molte a soffrirne – ben una donna su 4 in Italia – può essere molto debilitante e può limitare anche le più semplici attività quotidiane.

Secondo un’indagine promossa da Onda, per esplorare la conoscenza e la consapevolezza della malattia” spiega la sua Presidente Francesca Merzagora “su un campione di 600 donne dai 18 ai 50 anni, il dolore pelvico impatta fortemente sin dall’inizio su molteplici dimensioni della vita quotidiana delle donne, come umore (48%) e intimità di coppia (48%)”.

Il dolore viene paragonato da chi ne soffre per lo più alla puntura di tanti spilli (17%), a una coltellata (12%), a un martello che picchia (10%) o un fuoco che brucia dentro (10%). È considerato quindi come qualcosa di pervadente, che genera nervosismo, che intacca la felicità della donna, la fa sentire a disagio, stanca e depressa. Nonostante questo la donna spesso tarda ad andare dal medico. Trascorrono infatti 7 mesi tra la comparsa dei sintomi e il primo consulto”.

Alice

chiede:

Il primo medico interpellato è il medico di famiglia anche se il ginecologo rimane la figura di riferimento per questa malattia, consultato da 7 donne su 10.

Degno di nota il fatto che il 46% ha dichiarato di aver consultato 2 figure mediche e il 30% di essere stata visitata da 3 o più medici. Spiega Monica Sommariva, Dirigente medico dell’Unità Operativa di Urologia e Unità Spinale dell’Ospedale G. Fornaroli di Magenta:

Pur trattandosi di un fenomeno che, se trascurato, è in grado di portare a conseguenze anche gravi, la multifattorialità delle cause di questo disturbo – la pelvi accoglie non soltanto gli organi dell’apparato riproduttivo, ma anche urinario, gastroenterico, muscolo-scheletrico e nervoso – insieme a un percorso a ostacoli tra gli specialisti, generano importanti ritardi diagnostici.

Non solo ritardi, continua l’esperta:

Non sempre si riesce a identificare una causa vera e propria e spesso più cause, anche di diversa competenza specialistica, interagiscono nell’insorgenza della sintomatologia dolorosa. Quando il dolore diventa cronico, si crea come un cortocircuito a livello delle strutture nervose deputate alla sua elaborazione, responsabile dell’auto-mantenimento della sensazione dolorosa. Il dolore si trasforma così in vera e propria malattia, diventando un inseparabile compagno di viaggio pervasivo in tutti gli ambiti della vita: affettivo-familiare, socio-relazionale e lavorativo. Il dolore pelvico cronico oggi può essere trattato con un insieme di terapie mediche e comportamentali di alto livello ottenendo un controllo efficace. Il dolore peggiore è tuttavia quello di chi non viene capito nella sua sofferenza, ma ora qualcuno è in grado di ascoltare e ciascun paziente non è più solo ma può vincere e sorridere alla vita.

I dati evidenziano inoltre come in generale internet rappresenti, sia per donne sane che affette dalla malattia, la prima fonte di informazione (40% circa). Ben 9 donne che ne soffrono su 10 infatti esprimono il desiderio di avere maggiore informazione sulla malattia.

Risulta fondamentale però rivolgersi a strutture specializzate, gestite da équipe multidisciplinari, composte da diverse e specifiche figure professionali tra loro complementari, in grado di cogliere, attraverso un approccio globale, tutti gli aspetti che la complessità di questa patologia tende a generare, indagando tutte le possibili cause e per individuare le misure terapeutiche più indicate”, aggiunge Francesca Merzagora.

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