Ciao a tutti mi chiamo Rossella, ho 24 anni e il 26/10/2007 sono diventata mamma per la prima volta di Mariagrazia. Leggo spesso i racconti delle altre donne, ma ho notato che a nessuna è accaduto l’assurdo che è accaduto a me. Voglio raccontare la mia storia (con la speranza che la pubblicherete) per dare coraggio a tutte quelle mamme che devono subire un’operazione durante la gravidanza, sì perchè io ho subito un’operazione durante la gravidanza.

Partiamo dall’inizio. Ero sposata da 6 mesi e mio marito era stato trasferito per lavoro da 2 giorni e stavamo un po’ male perchè vivevamo lontani, ma la notizia dell’arrivo di un figlio per noi ci aveva allontanato da quei brutti pensieri anche se mio marito avrebbe voluto godersi la mia gravidanza a 360°.

Alla 15esima settimana ho scoperto che era una femminuccia ma, insieme a questo, ho scoperto anche di avere una ciste all’ovaio sinistro di circa 7 cm. Ho fatto tutte le analisi necessarie ma alla visita successiva e praticamente alla 21esima settimana il dottore ha deciso di operarmi perchè la ciste continuava a crescere e cominciava a premere sul retto e a portarmi problemi al bacino.

Il parto era troppo lontano e la ciste poteva portare problemi anche alla mia bimba. Mi sono ricoverata il 2 luglio con il cuore spezzato perchè l’indomani la mia bimba poteva morire per salvare me e mi hanno messo la flebo con 5 fiale di vasosuprina e mi hanno iniettato fiale di prontogest, tutto questo per prevenire contrazioni e minacce d’aborto durante l’operazione.

Il giorno dopo mi hanno iniettato prontogest, mi hanno dato una supposta di spasmex e a mezzogiorno ho salutato mio marito che aveva le lacrime agli occhi e sono scesa giù in sala operatoria. Prima di me c’erano stati 4 parti cesarei ed erano tutte femmine. Io pensavo se un giorno avessi conosciuto anch’io la mia piccola, e mentre pensavo a tutto ciò lei continuava a darmi calcetti.

Mi hanno fatto l’anestesia generale e al mio risveglio ho subito chiesto della mia bimba. Mi hanno portata nel reparto e mi hanno fatto l’ecografia: lei era ancora lì ed il suo cuore batteva. Insieme eravamo riuscite a superare questa brutta avventura.

Tutti parlano di miracolo e mi dicono che questa bimba ha voglia di venire al mondo ed ha fatto di tutto per aggrapparsi alla vita. Sono rimasta in clinica per altri 2 giorni e poi ritorno a casa, ovviamente dovevo stare a riposo assoluto per qualche giorno. Mi sono ripresa in fretta tanto da dimenticare questa brutta avventura, infatti dopo 20 giorni sono andata in vacanza in Sardegna.

Ritorno dalle vacanze e la prima cosa che faccio è di andare dal ginecologo: tutto ok, la bimba cresce benissimo, ma già si è messa in posizione e mi raccomanda di riguardarmi. Il 17 ottobre (alla 35esima settimana) noto delle piccolissime macchie sulle mutandine e, non avvertendo nessuna contrazione, non mi allarmo più di tanto, ma poi per uno scrupolo in più decido di avvertire il dottore e lui mi invita ad andare da lui. Mi visita e decide di ricoverarmi e, siccome dovrò affrontare un cesareo per l’intervento avuto, mi dice anche che dovrò restare in clinica fino al parto.

Rimango in clinica con le flebo di 3 fiale di vasosuprina, mi iniettano bentelan per preparare i polmoni della mia bimba. Decidiamo di far nascere la mia bimba il 26 ottobre quando avrò compiuto 37 settimane. E così arriva il 26 ottobre: sveglia alle 6:30 per la pulizia e mi iniettano bentelan e antibiotici. Arriva il mio turno e scendo giù con i miei dottori. Io ero al settimo cielo anche se stavo per affrontare un’operazione, ma quella brutta avventura mi aveva resa così forte e coraggiosa da non temere più nulla.

Arrivo in sala operatoria e lì ad aspettarmi c’è l’anestesista che mi fa sedere sul lettino e mi fa l’anestesia locale: il tempo di girarmi e non mi sento più le gambe. I dottori si mettono subito all’opera e nel giro di pochi secondi l’ostetrica mi preme sulla pancia e a quel punto sento un vuoto e sento la mia bimba piangere e subito dopo me la fanno vedere ancora attaccata al cordone e tutta sporca.

È stata un’emozione pazzesca, troppo bella! Ancora qualche minuto e sono ritornata in camera e tutta emozionata ho raccontato a mio marito ciò che era successo giù. Sono stata bene per tutto il giorno come se non fosse successo nulla. Ovviamente la sera si sono svegliate le gambe e con loro anche i dolori che, a mio avviso, sono comunque sopportabili.

I figli sono un dono del cielo ed anche se averli vuol dire soffrire un po’, sappiate che la sofferenza non è nulla in confronto a quello che si prova nell’incrociare il loro sguardo. Auguri a tutte le donne che sono mamme, che lo diventeranno e che vogliono diventarlo da…

Giuseppe, Rossella e la piccolissima Mariagrazia 08/02/2008

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