Mi chiamo Katiuscia e purtroppo sto per raccontare una storia molto triste. La mia bimba, Giorgia, così l’avremmo chiamata, sarebbe dovuta nascere il 18 dicembre e, invece, il 10 novembre la mia gioia finisce per sempre e inizia per me e mio marito un periodo di tristezza più totale.

Il 10 novembre ero alla 35° settimana, una gravidanza con nessun problema, vissuta benissimo e sotto controllo in tutto e per tutto; all’improvviso, alle 15:30 del pomeriggio, un’improvvisa emorragia, senza nessun dolore e preavviso, ero da sola a casa e chiamo immediatamente il 118. Non mi sono persa d’animo, in preda si alla disperazione e alla gravità del fatto, ho cercato di mantenere la calma e di chiamare prontamente i soccorsi.

Alle 16 ero in ospedale, l’ospedale più vicino, lì mi fanno subito il monitoraggio, un monitoraggio perfetto e con battito regolare, poi purtroppo i dottori non intervengono prontamente e non capiscono la gravità delle mie condizioni, rassicurati da un monitoraggio che non lasciava presagire il peggio e solo alle 19 mi portano d’urgenza in sala operatoria e mi praticano un cesareo, la bimba nasce morta. Praticamente io ho avuto un distacco di placenta che all’arrivo all’ospedale era parziale, per poi passare a completo con il trascorrere del tempo.

Non sto qui a raccontare le tre ore trascorse in ospedale prima di essere portata in sala operatoria che sono state inqualificabili e indignanti e il comportamento superficiale e disumano dei due dottori di turno e di tutto il personale dell’ospedale. L’ospedale si è difeso dicendo che i dottori hanno eseguito le procedure di prassi, io in questi giorni mi sono domandata, ma in un caso d’urgenza vanno utilizzate le procedure di prassi? Il dopo è stato per me molto brutto, sono stata molto male fisicamente, ho avuto un sacco di problemi dovuti proprio al distacco completo della placenta. Ho fatto poi tutti i controlli del caso e ora, dopo circa due mesi e mezzo, sto bene, sono guarita fisicamente e sono sana e perfetta per avere altri figli.

Però da quel giorno si è aperto un periodo per me e mio marito di sofferenza, pianto e tanta tristezza, da tanta gioia in un secondo ci siamo ritrovati nel buio più assoluto. Non abbiamo voluto fare denunce, tanto sarebbe stato tempo perso, spreco di soldi e solo un continuo tormento, una battaglia contro i mulini a vento. La nostra ferita è aperta e con il tempo si allevierà. Ed io non voglio passare il mio futuro ad accusare persone, che credo che abbiano avuto delle mancanze, e ad incattivirmi, voglio credere e pensare che era destino, che non era per me ancora arrivato il momento di diventare mamma e che la mia piccola sia un angelo che da lassù protegga me e mio marito e voglio concentrarmi sul futuro, voglio ricominciare a sperare, voglio appena sia possibile riprovare ad avere un figlio, questo è il mio sogno e la mia completezza con mio marito, e quando succederà  comincerò a guarire.

La mia piccola, Giorgia, mi aiuterà , mi proteggerà e mi darà coraggio in quella che sarà  una difficile avventura (la dottoressa mi ha detto che possiamo riprovarci dopo questa estate), poiché avrò una miriade di paure e se con la scorsa gravidanza ero stato sotto al massimo del controllo con la futura dovrò esserlo ancora di più. E nel mio cuore porterò per sempre il mio piccolo tesoro. Scusate se sono stata un po’ lunga, per me scrivere è tirare fuori tutto ciò che ho dentro, solo parlando si può superare questo che per me è un tragico periodo della mia vita.

Katiuscia 21/01/2009

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